“Verrebbe da chiedere al PD: vuoi provare a riconquistare i voti perduti, d’opinione e candidarti al governo o ti accontenti del limitato consenso da zoccolo duro?”.
Era questa la domanda centrale di un nostro articolo su Livesicilia del 19 gennaio scorso mentre il Partito Democratico siciliano era scosso da scontri violenti sulle regole da adottare in vista del congresso per l’elezione del segretario regionale.
L’epilogo di quella lotta tra correnti, tra dirigenza e deputazione all’Assemblea Regionale Siciliana, scontro affatto sopito, non poteva essere peggiore per quella comunità: niente primarie aperte per scegliere il nuovo leader regionale.
Un errore, perché qualunque progetto di governo targato centrosinistra doveva partire esattamente da lì, dal tentativo di coinvolgere i cittadini, quelli delusi dal PD e quelli che da anni ormai si astengono dal voto.
Ciò che più ci ha colpito nel caos litigioso dei dem siciliani è stata l’assenza della segretaria Elly Schlein, un’assenza non sostituibile da un emissario per quanto autorevole.
Evidentemente non è del tutto chiaro a chi siede al Nazareno – è accaduto anche con Matteo Renzi che doveva rottamare il vecchio dentro il partito ma si è ben guardato dal farlo in Sicilia – che se il centrosinistra non vince oltre lo Stretto, non vince nel Paese. Francamente, in atto, non ci sono le condizioni minime affinché il centrosinistra torni a governare la regione.
Renato Schifani, che praticamente si è candidato a un secondo mandato, dovrà probabilmente temere nel rimanente percorso della legislatura il fuoco amico degli alleati ed eventuali competitor del centrodestra, non certo la possibile vittoria del fronte opposto.
Il punto è, comunque, un altro. Sembra che dalle parti del centrosinistra ‘non gliene può fregar di meno’, usando un’espressione romanesca non propriamente aulica ma efficace, come se la partita non lo riguardasse.
Sorge il sospetto che a qualche notabile basti la personale rielezione a discapito di obiettivi più ambiziosi.
Allargando lo sguardo, ci riempiamo la bocca del termine ‘centrosinistra’ ma quali sarebbero in realtà i soggetti politici che lo costituiscono?
Cateno De Luca con le sue manovre si è spostato a destra, l’annunciata ‘novità’ rappresentata dal trio Raffaele Lombardo-Roberto Lagalla-Gianfranco Miccichè difficilmente si collocherebbe a sinistra, Totò Cuffaro e Saverio Romano sono decisamente nel recinto del centrodestra.
Immediatamente e necessariamente, quindi, il discorso si sposta verso il Movimento 5Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra da noi ancora non particolarmente organizzata, da verificare il peso e la carta d’identità del neo movimento di Ismaele La Vardera.
“Tempus fugit”, dicevano i latini, il tempo vola e il centrosinistra deve muoversi con largo anticipo, se non vuole soltanto inutili ‘accordicchi’ elettorali dell’ultima ora.