Droga, 10 arresti in provincia di Enna - Live Sicilia

Droga, 10 arresti in provincia di Enna

Sette in cacrere, tre ai domiciliari. Un undicesimo indagato risulta latitante all'estero. (Nella foto la piantina ritrovata in casa di uno degli arrestati). I nomi degli arrestati.

indagine della dda di Caltanissetta
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ENNA – Dieci persone sono state arrestate dagli agenti della questura di Enna, in collaborazione con i commissariati di Augusta e di Leonforte, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. L’ordinanza cautelare, emessa su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) nissena dal gip di Caltanissetta, è di custodia in carcere per sette degli indagati e di arresti domiciliari per altri tre; un undicesimo soggetto risulta attualmente latitante all’estero.

Secondo gli inquirenti il clan che gestiva lo spaccio di stupefacenti in provincia di Enna, smantellato oggi nel corso di un’operazione della polizia, era capeggiata da Mario Di Bella, alias “cocorito”, e Beniamino D’Agostino, che, con la collaborazione di Giuseppe Iacona (alias “u muoddu”), Luigi Di Dio (alias “u smalitu”), Michele Giacone (alias “poli poli”), Filippo Rosalia, Orazio Valle (alias “u mala”), tutti di Agira, e da Angelo Venticinque (alias “Angelu u ruossu”), di Leonforte, si rifornivano, in via quasi esclusiva, dal pregiudicato di Augusta Giuseppe Rapisarda (alias “u patrozzu”), vicino ad ambienti malavitosi catanesi e siracusani, dal quale si recavano almeno una volta la settimana. Gli arrestati parlavano in codice alludendo allo stupefacente come “cioccolato”, “telecomandi” o “magliette”, “Cd”, “panini”, o “telefonini”. I frequenti viaggi dei giovani ad Augusta avrebbero comportato un cospicuo accumulo di debiti per migliaia di euro verso il fornitore tanto da spingere Rapisarda ad andare ad Agira nel gennaio del 2012 per ‘risolvere la questione’. “U patrozzu” si sarebbe rivolto a Di Bella, che evidentemente considerava “garante” dell’associazione, prima di essere arrestato, nel Marzo 2012, nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri denominata “Carte false”.


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