PALERMO – Quasi dieci piantagioni al mese. In città le serre di droga indoor si moltiplicano, nascono in box, magazzini, depositi, appartamenti, ville di periferia. E sono sempre più ampie. Basti pensare che a fine maggio la squadra mobile ha sequestrato trecento chili di hashish in un’autorimessa della Zisa: ad occuparsi della produzione e dello spaccio della sostanza stupefacente sarebbero stati padre e figlio, entrambi arrestati.
Piantagioni casalinghe la cui scoperta aumenta in modo esponenziale grazie all’intensificata attività di controllo delle forze dell’ordine: carabinieri, polizia e guardia di finanza, in soli due mesi ne hanno scovato venti. Dalla zona di Bonagia a Brancaccio, da Mondello a Partinico, quest’ultima una delle zone più “floride” sul fronte delle coltivazioni di droga. Un fenomeno in escalation che fa parlare gli investigatori di “oro verde”, visto le migliaia di euro che la droga “piazzata” riesce a fare intascare ai produttori, che spesso spacciano senza l’intervento di alcun intermediario.
La droga sequestrata alla Zisa, ad esempio, avrebbe potuto fruttare un milione se immessa nel mercato. Un affare caduto nel vuoto, così come quello di un uomo arrestato a Partinico i primi di giugno: nella sua abitazione vicino al centro della cittadina i carabinieri hanno trovato 425 piante di Cannabis. Serre curate in ogni dettaglio, con impianti di illuminazione formati da lampade alogene, sistemi di riscaldamento e ventilazione e concimi vari per permettere alle piantagioni uno sviluppo senza intoppi. In alcuni casi le forze dell’ordine hanno trovato manuali e guide cartacee scaricate da internet che fornivano dettagliate istruzioni su come coltivare la droga in casa.
Un sistema interamente “homemade” che ormai difficilmente passa inosservato. A tradire i produttori, infatti, è nella maggior parte dei casi il forte odore sprigionato dalle piantagioni. I filtri utilizzati non bastano. E i blitz di polizia e carabinieri si susseguono. Proprio come è successo il 5 giugno in via Timeo a Mondello, dove è finito in manette un insospettabile sessantenne trovato con più di venti piante. A distanza di sole ventiquattro ore la polizia ha poi eseguito un altro sequestro a Bonagia: gli arbusti, alti più di un metro, erano novantacinque.
Gli acquirenti, inoltre, sembrano puntare sempre più al risparmio. E per farlo sono disposti a spostarsi in provincia. Sono stati proprio i clienti di un pusher di Bagheria ad indirizzare gli investigatori verso la strada giusta, quella che ha portato all’ennesimo arresto a fine maggio. A Bagheria, all’interno di una palazzina, la polizia ha infatti scoperto una coltivazione di marijuana formata da ottanta piante. In parte la droga era stata già confezionata e spacciata sul posto. Un viavai che ha fatto finire in trappola il produttore che si era improvvisato pusher.