Dybala: "Grazie a Zamparini | Se chiama l'Italia ci penserei" - Live Sicilia

Dybala: “Grazie a Zamparini | Se chiama l’Italia ci penserei”

Il talento argentino del Palermo apre alla Nazionale azzurra: "Mi sento argentino ma se chiamasse Di Biagio per una convocazione in azzurro ci penserei".

L'attaccante del Palermo
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PALERMO – Il Palermo a ritmo di tango. Se a mettere le ali ai rosanero ci ha pensato spesso Belotti con i suoi gol decisivi, a contribuire al grande volo ci hanno pensato anche gli argentini Dybala e Vazquez. Dopo la prima parte di campionato, in pochi avrebbero scommesso sulle giocate dei due sudamericani, eppure il calcio spesso ti sorprende. Dybala e Vazquez, due dai piedi buoni, due che non possono più giocare in una categoria come la serie B.

“I miei sogni sono la A con il Palermo – ha detto Dybala a al Corriere dello Sport – giocare con questa maglia finalmente un campionato ad alti livelli, segnare tanti gol e poi il sogno rimane la Nazionale. Mi sento argentino ma se mi chiamasse Di Biagio ci penserei. La palestra è utile, la tecnica ti permette di fare la differenza. Visto Vazquez? I suoi colpi hanno migliorato il nostro gioco. Il gol per un attaccante è tutto. Da quando ho ripreso a segnare mi sento più leggero e in grado di volare”.

Insomma Dybala e Vazquez si intendono sia in campo che fuori. In pochi credevano in Dybala, tra questi c’è Maurizio Zamparini: “Se non ci fossero i presidenti – dice Dybala – il calcio non esisterebbe. Zamparini è la persona che ha creduto in me, fin dall’inizio. Che mi ha portato in Italia e mi ha incoraggiato anche nei periodi bui. Posso solo dirgli grazie”. Il Palermo sta viaggiando a ritmi alti verso la serie A, a suon di record: “Il record di punti riscatterebbe la retrocessione – ha sottolineato l’argentino – ma il traguardo è ancora lontano. Scaramanzia? Impossibile sentirsi sicuri. Gli avversari non sono arrendevoli, le sorprese sono dietro l’angolo e poi con Iachini è impossibile distrarsi perché ci tiene sotto pressione”. E poi c’è Franco Vazquez, el mudo, uno che non parla tanto ma che in campo si esprime piuttosto bene. Eppure c’è chi lo ha escluso nella prima parte di stagione: “Ovviamente rimanere fuori non è stato bello – ha detto Vazquez a “la Repubblica” – non è facile allenarsi sapendo già in partenza di non giocare. Per fortuna i compagni mi sono stati vicini, avevo con me la mia famiglia e quando è arrivato Iachini ho capito che dovevo continuare ad allenarmi con costanza perché il mio lavoro sarebbe stato ripagato. Devo dire grazie al nostro allenatore e al suo staff se alla riapertura delle liste sono riuscito a farmi trovare pronto per giocare. Adesso sono contento, mi sento parte di un gruppo molto forte”. Tanta concorrenza in attacco, chi sta meglio gioca: “Con Hernandez siamo in cinque per due maglie – ha detto Vazquez – ma abbiamo ancora dieci partite da giocare e ci sarà davvero spazio per tutti. Non importa chi segna o chi gioca, questa squadra deve avere la certezza della A il prima possibile. A proposito della concorrenza fra compagni capita anche di scherzarci su”.


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