PALERMO – La prima volta non si scorda mai, nemmeno quando si tratta di tornare in quella che per tre anni è stata la tua casa. Paulo Dybala ritrova Palermo e il Palermo, sei mesi dopo quel commosso addio con la numero 9 rosanero sulle sue spalle, e dopo una crescita costante di pari passo con la squadra, dalla stagione di esordio conclusa con l’amara retrocessione tra i cadetti alla chiusura a ridosso delle grandi. E ora che è proprio una grande come la Juventus ad averlo accolto, la Joya non ha dimenticato e non è stato dimenticato da chi lo ha amato come un fratello o un figlio.
Al suo ingresso in campo sono subito applausi, e non potrebbe essere diversamente. A testimonianza del fatto che il tweet malandrino della scorsa settimana, pubblicato subito dopo aver fatto piangere il Milan e legato più che altro a uno sfottò con i due club meneghini, non è stato minimamente preso in considerazione dal pubblico palermitano. Paulo saluta, sorride e ricambia gli applausi del popolo del ‘Barbera’. Poi lo schieramento a centrocampo, le strette di mano e gli abbracci con i vecchi compagni di avventura in rosanero, in particolare con il suo “gemello diverso” Franco Vazquez. Ma il momento dei convenevoli non dura più di tanto, c’è una partita da giocare e da vincere, sia per Paulo che per il Palermo.
Una serata vissuta nei primi minuti in preda all’emozione, con Ballardini che costruisce una specie di gabbia attorno a lui e all’altro spauracchio Pogba, a tal punto da rendere inevitabile lo 0-0 con cui si torna negli spogliatoi. Paulo, poi, si scrolla di dosso la tensione del ritorno a casa e inizia a sprintare, sospinto anche dalla porzione di stadio – decisamente ampia a dire il vero – riempita dai suoi nuovi tifosi. Nella ripresa, come un lampo che accieca lo stadio, arriva anche l’assist per il gol di Mandzukic, che risulterà decisivo per la vittoria finale: una pennellata che squarcia l’area del Palermo e si adagia dolcemente sulla testa del panzer croato, implacabile nella sua zuccata. Qualche minuto sotto morfina, con la Juve che addormenta la gara e non lascia spiragli al Palermo. Poi, a sette minuti dalla fine, arriva la sostituzione: esce il 21, Paulo Dybala; entra il 7, Simone Zaza. E dagli spalti del “Barbera” piovono, inaspettatamente, diversi fischi.
Si racchiude in 83 minuti, senza troppi sussulti ma impreziositi dall’assist vincente per Mandzukic, la prima notte da avversario per Paulo Dybala contro il Palermo. Una storia alla quale nessuno avrebbe voluto assistere, in particolare all’epilogo con gli ingenerosi fischi indirizzati al nuovo idolo del pubblico di fede juventina. Ma il calcio è bello perchè è vario, e forse vedere la pupilla dei propri occhi con una maglia diversa potrebbe aver traviato la mente di chi si è presentato al “Barbera”. Il tutto, nella notte del ritorno a casa di un picciriddu che sta già diventando grande.