È appena nato e sta già fallendo | Libero consorzio nisseno a rischio - Live Sicilia

È appena nato e sta già fallendo | Libero consorzio nisseno a rischio

Il commissario dell'ente che ha sostituito la Provincia di Caltanissetta scrive al governo: "Abbiamo un buco da 3,3 milioni. Siamo vicini al dissesto finanziario. Tra poco non potremo garantire le buste paga di 400 dipendenti e il posto di altri 60 lavoratori".

PALERMO – Doveva essere la riforma delle riforme. Il fiore all’occhiello di questa legislatura. Ma l’abolizione delle Province, al momento, sta lasciando dubbi e nodi irrisolti. E anche qualche maceria. Uno dei nuovi enti, quello di Caltanissetta, ha scritto infatti alla Regione: “Abbiamo un buco di oltre tre milioni, così non ce la facciamo”.

La nota è stata inviata dall’attuale commissario dell’ex Provincia, Raffaele Sirico, al presidente della Regione e agli assessori competenti. Un vero e proprio grido d’allarme: “Dal primo settembre – spiega infatti Sirico – non saremo in grado di garantire i servizi per minori e disabili”. Il commissario del Consorzio nisseno non gira troppo attorno alla questione: “Nel breve termine – scrive – potrebbe essere dichiarato lo stato del dissesto finanziario derivante dall’impossibilità oggettiva di garantire le funzioni ed i servizi essenziali in atto assegnati, con gravissime conseguenze per la collettività amministrata, in relazione ai servizi che non potranno essere più resi a decorrere dal primo settembre”.

E i servizi che potrebbero arrestarsi già tra tre mesi, stando sempre alla lettera di Sirico, sono in particolare quelli riguardanti “l’integrazione scolastica e sociale dei disabili sensoriali, l’assistenza a sciola per gli alunni ciechi e sordomuti, il trasporto scolastico degli alunni portatori di handicap, l’assistenza igienico-personale degli alunni portatori di handicap, la manutenzione delle scuole”. Ma non solo. Il commissario del Libero consorzio fa riferimento anche ai dubbi che potrebbero sorgere sui “livelli occupazionali del personale dipendente dell’Ente”. Insomma, si rischia di non avere nemmeno a disposizione le somme per garantire gli stipendi dei 400 lavoratori dell’ex Provincia oltre a quelli di 33 lavoratori della società partecipata che fa riferimento all’ente nisseno.

Un rischio assai concreto, visto che lo stesso commissario, facendo riferimento a una nota del “responsabile dei servizi finanziari” dell’ente, avverte: “La difficile situazione di cassa a breve potrebbe non consentire di pagare nemmeno gli stipendi al proprio personale dipendente”. E il “buco” da riempire (o, per usare le parole del commissario, lo “squilibrio di parte corrente”), è bello grosso. Si tratta di 3,3 milioni di euro.

Un “rosso” nel bilancio che si è formato nonostante, nel 2013, spiega sempre il commissario Sirico, l’ente si fosse impegnato in una serie di azioni di contenimento della spesa: dalla chiusura di alcune sedi decentrate alla riduzione del 70% dei telefonini assegnati ai dipendenti. Eppure, i conti non tornano. E il motivo è legato essenzialmente al taglio dei finanziamenti regionali previsti per il 2014. “La riduzione dei trasferimenti regionali – scrive Sirico – risulterebbe di circa 3,5 milioni. Le risorse finanziarie di parte corrente – prosegue la nota – stimate dal responsabile sei servizi finanziari nella misura di 20.909.769,69 euro risultano insufficienti per garantire la copertura finanziaria delle funzioni e dei servizi indispensabili, la cui quantificazione ammonta complessivamente a 24.726.961,45 euro”. Di questi, solo per il personale le spese ammontano a 14 milioni di euro. E tra le “spese obbligatorie” non vengono nemmeno inserite quelle per il “Consorzio universitario” e il Liceo musicale “Bellini”.

“In assenza di assegnazione adeguata per ripristinare gli equilibri di bilancio, – prosegue il commissario – questo ente a decorrere dal primo settembre, indipendentemente dall’eventuale dichiarazione dello stato di dissesto finanziario non potrà dare copertura finanziaria ai servizi indispensabili”. Servizi destinati ai minori, disabili, alle attività ispettive e alla manutenzione delle scuole. Eppure, stando alle intenzioni del governo, a questi consorzi, per i quali è già difficile garantire i servizi essenziali, dovrebbero persino essere attribuite nuove funzioni. Come ad esempio il ruolo di primo piano nella gestione della nuova Formazione.

Intanto, il Libero consorzio nisseno accenna alla necessità ai alcune “misure drastiche”. Tra queste, la “messa in liquidazione della società in house che svolge tutti i servizi di manutenzione di edifici, del verde pubblico e della viabilità (con la probabile perdita del posto di lavoro per altre 30 persone) e la fuoriuscita dal Consorzio universitario”. Mentre già da domani, primo luglio, l’ente sarà costretto a interrompere il “servizio di vigilanza venatoria per il quale sono occupate 25 unità”. Altri posti di lavoro a rischio. La riforma delle Province doveva essere il “fiore all’occhiello”. Ma rischia già di essere un… fallimento.


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