CATANIA – 9 aprile 2022. Segnatevi questa data. Segnatela oppure dimenticatela per sempre. 9 aprile 2022: una ferita che non potrà mai rimarginarsi. La decisione del Tribunale (che ha provato in tutti i modi professionali e normativi a non staccare la spina) era prevedibile ed altrettanto chiara. Fine dell’esercizio provvisorio. Tradotto: fine del campionato, della stagione. Fine di tutto.
Il Catania muore dopo gli anni di Pulvirenti, dopo avere fatto scappare via Joe Tacopina, dopo avere assistito alla mancata ricapitalizzazione (due milioni di euro) della Sigi, dopo essere stati imboniti da un imprenditore di origine romana, tale signor Benedetto Mancini.
Il Catania e Catania non meritavano tutto questo. Una vicenda grottesca che cancella tutto. Che spazza ogni cosa. Anche la dignità di un territorio in cerca di riscatto.
La fine dell’esercizio provvisorio, un fatto che era ormai abbondantemente scontato, azzera mesi di sacrifici: quelli della squadra, di mister Baldini e del direttore Pellegrino.
Un sodalizio che è andato oltre tutto e confermato la propria forza e il proprio talento. Tutto cancellato. Tutto inaccettabile.
Il Catania e Catania non meritavano davvero tutto questo.
Una sconfitta di tutti. Una sconfitta pesante e indescrivibile.
Gli aggettivi non servono.
Di fatto, si finisce in classifica a quota zero punti.
Una cosa la chiediamo, così come l’abbiamo sempre chiesta: basta con teatranti, con gli improvvisatori, con i mestieranti della visibilità. Già, perché una marmaglia di imbonitori ha nella stragrande maggioranza di casi badato solo alla visibilità.
Nessuno di loro arrossirà di vergogna. Lo sappiamo.
9 aprile 2022. Segnatevi questa data. Oggi non muore solo il pallone ma muore la bellezza di una piazza calcistica soffocata dalla mediocrità di chi non la merita.