La scena è stata immortalata in un video. Piazza Kalsa, celebrazioni per la Madonna del Carmine. Sul palco si alternano cantanti neomelodici che deliziano il pubblico. E, immancabile, arriva la richiesta del saluto. A Gino Abbate, alias “Ginu u’ mitra”, arrestato nell’operazione “Hybris” e ritenuto proprio il referente principale di Cosa nostra nella zona. Ancora una volta, così, le manifestazioni di piazza, per lo più se hanno matrice religiosa, diventano strumento per esaltare personaggi e comunicare con radio-carcere.
Così come è stato dimostrato dalle indagini che le cosiddette feste di quartiere sono spesso organizzate dai “picciotti”. Gli inquirenti sostengono che è attraverso queste iniziative che i mafiosi “conquistano e mantengono il consenso sociale e ostentano la propria forza. Quanto più è sfarzosa la realizzazione dei festeggiamenti tanto più la consorteria può vantare ascendente e controllo del territorio”. Ma non si tratta solo di “intrattenimento”. “Le feste – scrivono gli inquirenti – rappresentano uno straordinario mezzo di comunicazione con i latitanti e con i detenuti delle famiglie mafiose in quanto attraverso le dirette radiofoniche, con il ricorso alle dediche fatte dai cantanti che si esibiscono , i rappresentanti delle famiglie veicolano i propri messaggi verso i soli detenuti o latitanti”.
E così, quasi al termine della prima delle due serate in programma a piazza Kalsa, il cantante napoletano 25enne Raffaello Migliaccio (nella foto), in arte “Raffaello”, ha ringraziato il boss. Prima un suggerimento all’orecchio, poi i saluti plateali e gli immancabili applausi. Il cantante nato a Casoria, nel Napoletano, è molto conosciuto nella sua regione, dove è diventato popolare grazie al suo contributo fornito al rinomatissimo film “Gomorra”. Paradossalmente, è proprio la sua voce, la stessa che canta il brano “La nostra storia” – che apre la pellicola tratta dal libro di Roberto Saviano – a pronunciare il nome del boss.
Raffaello è stato arrestato, nel novembre dello scorso anno, per oltraggio a pubblico ufficiale e per avere aggredito un vigile del fuoco: è stato condannato in direttissima ad una anno con la condizionale. Precedentemente, i suo fans si erano invece mobilitati per augurargli una pronta guarigione: il cantante neomelodico, infatti, era rimasto coinvolto in un gravissimo incidente nel luglio del 2011, in seguito al quale aveva riportato un trauma toracico. Ieri i saluti al boss. E chissà se “Ginu u’ mitra” era in ascolto.