E' morto Etrio Fidora | firma storica de 'L'Ora' - Live Sicilia

E’ morto Etrio Fidora | firma storica de ‘L’Ora’

Il lutto. Il ricordo di Unci e Assostampa.

 TRIESTE– E’ morto a Trieste, dove era nato 85 anni fa, il giornalista Etrio Fidora. E’ stato una delle figure storiche del giornale ‘L’Ora’ dove era arrivato, giovanissimo, nel 1955. Aveva svolto vari ruoli: cronista politico-parlamentare, inviato, redattore capo, direttore e nell’ultima fase di vita del giornale anche direttore editoriale. Fidora è stato protagonista di una lunga stagione di battaglie giornalistiche. Proprio le inchieste del quotidiano palermitano contribuirono a rivelare sin dagli anni Cinquanta la forza, gli affari e le collusioni della mafia con la politica e il potere. Fidora e gli altri dirigenti del giornale come il direttore Vittorio Nisticò dovettero affrontare un interminabile viatico giudiziario. Solo Fidora collezionò 86 querele per diffamazione, che terminarono sempre con l’assoluzione, talvolta dopo vari gradi di giudizio. Come direttore del giornale negli anni Settanta fu condannato in primo grado a un anno di carcere senza condizionale e alla sospensione per un anno dall’Ordine dei giornalisti. La sentenza fu poi annullata in Cassazione. Il caso suscitò una mobilitazione del mondo giornalistico con interventi di Indro Montanelli, Enzo Biagi, Guido Gonella. Etrio Fidora ha avuto anche un ruolo nel sindacato dei giornalisti: è stato tra l’altro presidente dell’Associazione Siciliana della stampa e vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. (ANSA)

Il Gruppo siciliano dell’Unci ricorda Etrio Fidora, scomparso a Trieste all’età di 85 anni, figura storica del giornalismo siciliano e non solo. Anche l’Assostampa siciliana ricorda Fidora ”storica firma del giornalismo siciliano e protagonista del sindacato”. “Un grande interprete – dice il segretario regionale Alberto Cicero – degli anni d’oro del giornalismo d’inchiesta, e in particolare del quotidiano l’Ora, nel quale Fidora aveva scalato tutti i gradini da corrispondente, a cronista e redattore politico-parlamentare, capocronista, vice direttore e poi direttore dal 1976 al 1978”.

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