Circa 800 dei 1700 operai dell’ Amia spa, secondo la stima dei sindacati, si sono concentrati in piazza Castelnuovo, a Palermo, da dove partirà il corteo che raggiungerà il municipio, in piazza Pretoria. I dipendenti della ex municipalizzata per la raccolta dei rifiuti chiedono la ricapitalizzazione dell’azienda, che ha debiti per circa 180 milioni di euro e rischia di fallire. Lo sciopero riguarda il turno mattutino, la fascia che va dalle 4 a mezzogiorno, ed è organizzato da Cisl, Uil e sigle autonome, mentre non hanno aderito Cgil e Ugl. Ieri, dopo il turno straordinario di raccolta, la situazione in alcune zone è migliorata, ma in altre i cumuli d’immondizia invadono la sede stradale, provocando rallentamenti al traffico. Intanto, alle 12 le sigle che hanno organizzato lo sciopero incontreranno il presidente dell’Amia e quello del Consiglio comunale. “L’aula deve approvare presto la delibera di giunta che prevede la ricapitalizzazione della società – dice il segretario della Cisl di Palermo, Mimmo Milazzo – perché i tempi sono strettissimi: il 20 gennaio ci sarà un’udienza al tribunale fallimentare e quel giorno l’Amia potrebbe cessare d’esistere”.
L’allarme di Lo Cicero
“Malgrado le rassicurazioni dei sindacati della piena adesione dei lavoratori durante il domenicale, il turno di raccolta di ieri, in particolare il notturno, è andato deserto arrecando soprattutto disservizi al centro città”. Lo dice il presidente dell’Amia Gaetano Lo Cicero. “I tempi di recupero non saranno brevi – aggiunge- in quanto oltre alla raccolta ordinaria, per ripulire la città occorrerà procedere parallelamente su più fronti: ausilio di compattatori, e in maniera straordinaria con pale e camion. Gli operai, inoltre, manualmente dovranno togliere i sacchetti attorno ai cassonetti. A tal uopo il dipartimento raccolte dell’Amia sta procedendo con una mappatura per avviare già da domani una priorità di interventi sulle postazioni più critiche”.