Ecco il bullo che ha ridotto |in fin di vita un venditore di rose - Live Sicilia

Ecco il bullo che ha ridotto |in fin di vita un venditore di rose

Messina, l'accusa è tentato omicidio
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C’è intolleranza, arroganza, inciviltà e violenza nella vicenda avvenuta la notte di lunedì scorso a Messina. Un uomo, un egiziano di 57 anni, conosciuto in città, dal “popolo della notte”, per il suo mestiere (venditore ambulante di fiori) e per il suo “caratterino” particolarmente esuberante e litigioso – si dice dell’egiziano – è stato aggredito a colpi di bastone da un uomo.

Alì, così si fa chiamare, caratteraccio o meno, alle due e trenta di notte di lunedi scorso è finito al reparto di rianimazione dell’ospedale Papardo, ridotto in fin di vita da Pietro Zappia, messinese di 40 anni, che per caratteraccio lo batte di gran lunga. La dinamica dell’accaduto è stata ricostruita stamani dal dirigente della sezione volanti, Giuseppe Petralito, i cui uomini sono intervenuti sul luogo dell’aggressione e hanno identificato ed arrestato Zappia, per tentato omicidio.

Questi i fatti. Il messinese, oltre 1,80 di stazza, codino, faccia da duro, con la fidanzata, a notte inoltrata, si reca in uno dei tanti locali della movida cittadina, in via Loggia dei mercanti. Su un tavolino, apparentemente abbandonato, vede un mazzo di fiori. Evidentemente anche i duri hanno un cuore, e, quel cuore, gli suggerisce di donare l’ omaggio floreale alla sua compagna. Prende i fiori e li offre alla ragazza. Ma dietro, vigile su quel mazzo di rose, c’è Alì. Immediata la sua reazione: rivendica la proprietà dei fiori, probabilmente lo fa in maniera abbastanza accesa. Ma Zappia non è tipo da farsi intimidire. Inizialmente si allontana, apparentemente calmo, da vero “ gentiluomo” invita la sua ragazza a sedersi in auto, quindi torna sui suoi passi, raccoglie da terra un bastone di legno, circa un metro e mezzo di lunghezza, con un diametro di circa 10 centimetri, e lo cala sul cranio di Alì. Un solo colpo ma sufficiente ad atterrare il povero venditore di fiori. Poi la corsa al pronto soccorso: gravi le sue condizioni, occorre trasferirlo al reparto di rianimazione del Papardo. Lì, Alì, è ancora ricoverato. Pietro Zappia è in carcere.


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