“Un plauso sentito alle forze dell’ordine e alla magistratura che ancora una volta con impegno e professionalità hanno portato alla luce uno spaccato inquietante dei rapporti tra politica, affari e mafia nel mondo della sanità. Ecco in quale sistema di illegalità e indebite pressioni da parte di esponenti politici è maturato lo sfascio della sanità siciliana. Questo provvedimento fotografa, solo parzialmente, la pesante eredità con la quale ci confrontiamo ogni giorno da tre anni: un sistema pesantemente inquinato che stiamo cambiando nonostante le mille resistenze di chi, in fondo, questo modello vorrebbe invece mantenerlo con ogni mezzo, anche con le menzogne e le strumentalizzazioni. Il metodo è sempre lo stesso: mettere i propri uomini nei posti di responsabilità per fare affari, curare interessi di parte e alimentare clientele”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo.
“Quale responsabile politico del sistema sanitario regionale – ha aggiunto l’assessore – continuerò a profondere il mio totale impegno per eliminare queste incrostazioni premiando la competenza e non l’appartenenza. Occorre fare scelte di qualità, le uniche che possono garantire efficienza, e valorizzare le tante persone oneste e professionalmente capaci che fanno parte del sistema sanitario. Colgo l’occasione per ribadire ai dirigenti della sanita’ l’invito a operare nella massima correttezza e trasparenza, denunciando eventuali pressioni illecite, sbattendo la porta in faccia a chiunque a vario titolo voglia imporre logiche spartitorie e clientelari e a lavorare – con la lealtà, correttezza, trasparenza e imparzialità che devono contraddistinguere un pubblico amministratore – nell’interesse dei cittadini che sono stanchi di vedere mortificati i propri diritti o peggio ancora di doverli barattare in cambio di favori. Mi auguro – ha concluso Russo – che anche il mondo della p olitica faccia le opportune riflessioni e produca il massimo impegno per cacciare dal tempio affaristi, mafiosi e tutti i portatori di istanze non legittime”.