Sicilia, primi nodi dopo il voto: sì al rimpasto ma non subito

Europee, Ars e sanità: primi nodi dopo il voto. Sì al rimpasto ma non subito

A Schifani il compito di comporre il puzzle

PALERMO – Il rimpasto nella giunta Schifani ci sarà ma non sarà imminente. Il voto per le Europee ha innescato il meccanismo che porterà al classico tagliando di metà legislatura ma nel rimescolamento di carte che si preannuncia saranno tanti gli elementi da prendere in considerazione. Due di questi saranno il cambio dei rapporti di forza tra i partiti di maggioranza all’Ars, dove sono all’orizzonte almeno due cambi, e le nomine nella sanità.

Falcone a Bruxelles, rebus Economia

L’unica certezza legata alle Europee, al momento, è l’addio di Marco Falcone al governo regionale. L’attuale assessore all’Economia ha centrato l’elezione a Bruxelles e lascerà la Giunta. Falcone libera non solo gli uffici di via Notarbartolo, ma anche il seggio all’Ars che verrà assegnato a Salvo Tomarchio. Quello all’Economia è un assessorato strategico e il governatore Schifani non intende fare scelte affrettate. Possibile la staffetta tutta catanese con il deputato forzista Nicola D’Agostino.

La scelta di Tamajo

Discorso più complicato per Edy Tamajo. Il recordman delle preferenze, che ha contribuito in maniera consistente all’ottimo risultato di Forza Italia, dovrebbe restare in Sicilia rinunciando al seggio europeo. Una decisione che, se confermata, consentirebbe a Caterina Chinnici, scelta dal segretario Antonio Tajani, di mantenere il suo posto all’Europarlamento nonostante il terzo posto nella competizione elettorale.

Incontro Tamajo-Tajani

Sono giorni di riflessione per l’assessore regionale alle Attività produttive, che presto volerà a Roma per un colloquio con Tajani. Bisognerà stabilire la contropartita politica di una eventuale rinuncia al seggio europeo. L’intesa potrebbe riguardare scenari futuri e non necessariamente a breve scadenza, come ad esempio le prossime Politiche o le Regionali del 2027. I tempi della scelta, ad ogni modo, non sono immediati: il nuovo Parlamento europeo, infatti, si insedierà a metà luglio.

Schifani dovrà mettere mano a un puzzle complicato. Il modus operandi del governatore parte da un assunto: il voto delle Europee non cambierà gli equilibri all’interno della Giunta. La stella polare per il presidente della Regione continua a essere il voto del 2022. Tradotto: dovrebbero cambiare i nomi degli assessori, non il numero delle deleghe assegnate ai partiti.

Cambi in vista all’Ars

La strada per il rimpasto, però, è ancora lunga e allora Palazzo d’Orleans non potrà non tenere conto anche dei possibili cambiamenti sullo scacchiere dell’Ars. Alcuni gruppi parlamentari a Sala d’Ercole presto aumenteranno il loro peso specifico. Riflettori puntati sulla stessa Forza Italia e sulla Dc di Cuffaro, sempre in fermento.

I nomi per la nuova Giunta

Diversi i nomi in ballo per la nuova Giunta: nella Dc, ad esempio, scalpita il ragusano Ignazio Abbate che dovrebbe entrare al posto di Nuccia Albano. Altri possibili cambi riguardano Fratelli d’Italia, con l’ingresso di Giusy Savarino che ha raccolto 22.700 voti alle Europee. In bilico sia l’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato che la titolare al Territorio e ambiente Elena Pagana.

Da sciogliere anche il nodo dell’assessorato all’Agricoltura, il cui interim è stato assunto da Schifani dopo l’interdizione dai pubblici uffici che ha colpito il leghista Luca Sammartino. Se il ricorso al tribunale del riesame dovesse andare a buon fine l’esponente del Carroccio tornerebbe in sella, forte anche del buon risultato ottenuto per Raffaele Stancanelli che è stato rieletto al parlamento europeo. Da capire anche il destino di Mimmo Turano, i cui rapporti con Schifani non sono stati sempre idilliaci.

Il nodo sanità

La partita è appena iniziata e non sono esclusi i tempi supplementari, anche perché i giochi sulla nuova squadra di governo non potranno prescindere dal nodo sanità. I commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere scelti a fine gennaio, infatti, sono ancora in attesa del formale incarico come direttori generali. Senza contare che, dopo queste nomine, arriverà anche lo scoglio dei direttori sanitari e amministrativi. Schifani dovrà tenere conto anche di questo.


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