Elezioni europee, Orlando apre la campagna: frecciate al Pd e sul Ponte

Elezioni europee, Orlando apre la campagna: frecciate al Pd e sul Ponte

L'ex sindaco di Palermo inaugura la sua corsa all'Europa

PALERMO – Non sarebbe Leoluca Orlando, se non andasse all’attacco, secondo una logica zemaniana del pressing asfissiante. Infatti: “C’è un solo modo per non avere paura del Ponte sullo Stretto, non farlo. Il Ponte è un’opera di 14 miliardi che non si farà, perché le stesse commissioni tecniche nominate dal ministero hanno sollevato più di 200 osservazioni”.

E ancora: “A cosa serve allora spendere così tante risorse? Forse per prevedere due o tre miliardi per qualche progettista amico, per qualche tangente nascosta? L’effetto è quello di configurare lo Stato italiano come uno Stato coloniale”.

Il Professore, già sindaco di Palermo, apre la sua campagna elettorale per le Europee, sotto le insegne di Avs (Alleanza, Verdi, Sinistra), al cinema Rouge et Noir, a due passi dal Teatro Massimo, feticcio sontuoso dell’Orlandismo.

Le parole sono prima anticipate ai giornalisti e pronunciate davanti a una platea sostanziosa, in una sala che, comunque, non è gremita. Ci sono tutti i fedelissimi di una lunghissima epopea (Giambrone, Arcuri, Mangano) che non mancano mai.

Lui, dotato da sempre di un notevole istinto scenico, non si lascia pregare: “Il Pd è vittima delle sue contraddizioni, della correntocrazia e di un parlamento di nominati, dove il parlamentare non conta nulla, ha soltanto bisogno di avere il suo capocorrente”.

Tanto per gradire, con una dedica al Partito Democratico che non ha accettato la sua candidatura.

E poi il riferimento campanilistico di prammatica: “Il senso della mia candidatura è portare in Europa più Palermo, Sicilia, Sardegna e Mediterraneo, e al tempo stesso più Europa in Sicilia, Sardegna, Palermo”.

Palermo torna sempre, nei libri, come nei comizi. Torna come simbolo di confine e di identità. E, forse, di condanna che impedì nuovi orizzonti,

Ad ascoltare, in un fideistico silenzio interrotto dagli applausi, il popolo di Luca. Una tifoseria, intellettualmente posizionata dalla stessa parte, che lo segue con la passione degli aficionados di una rockstar.

Magari lo criticano, ma non lo abbandonano mai, perché nel sempiterno SinnacOllanno vedono il carisma di un’avventura indimenticabile. Chissà se, stavolta, basterà.


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