PALERMO – La strada è lunga e il traguardo non si vede ancora ma la corsa interna al centrodestra per le elezioni regionali 2027 è già partita. Nel ‘gruppone’ diversi aspiranti alla maglia rosa di candidato della coalizione per Palazzo d’Orleans.
Il ring della sanità
I movimenti non sono evidenti ai più ma all’interno del plotone di corridori, ben coperti, i potenziali uomini-immagine del centrodestra che verrà hanno già iniziato le loro manovre. La sanità è stato il ring sul quale le varie anime della coalizione si sono scontrate. Aziende sanitarie e ospedali avevano bisogno di nuove governance per dare risposte ai cittadini ma va da sé che quelle nomine andranno anche oltre il 2027 e si porteranno dietro una buona dose di consenso elettorale.
Schifani pensa al bis
Come nelle più classiche corse a tappe c’è un detentore del titolo, in questo caso il governatore Renato Schifani, che punta alla riconferma alle elezioni regionali 2027 ma che dovrà difendere la maglia di leader fino al traguardo finale. Il presidente della Regione, che questa settimana affronterà gli alleati in un vertice di maggioranza convocato a Palazzo d’Orleans per calmare le acque e dare risposte agli scontenti dell’ultimo giro di nomine, non fa mistero della volontà di ricandidarsi.
Schifani guarda al vertice di venerdì a Palazzo d’Orleans anche come un’apertura al dialogo con le varie anime della coalizione e della stessa Forza Italia. Nel frattempo, però, all’orizzonte spuntano i primi possibili candidati alla poltrona di governatore.
Galvagno la carta di FdI
Gli alleati di Fratelli d’Italia potrebbero chiedere di rappresentare la coalizione nel 2027 e il nome sul quale si ragiona sarebbe quello dell’attuale presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. I due presidenti non mancano di manifestare reciproca stima in ogni occasione pubblica ma c’è chi giura che al prossimo giro elettorale FdI potrebbe scegliere di puntare tutto su Galvagno.
Un ruolo decisivo potrebbe averlo, come già fu due anni fa per il superamento dell’impasse data dal veto di Gianfranco Miccichè su un Musumeci Bis, l’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa. Quest’ultimo, padre politico del presidente dell’Assemblea che condivide con lui le origini paternesi, sembra sempre più interessato alle vicende siciliane. Un retroscena del quotidiano ‘La Sicilia’, del resto, racconta del suo ruolo nella risoluzione del complicato Risiko della sanità regionale.
E non sono passati inosservati neanche gli elogi che lo stesso Galvagno, in una intervista a LiveSicilia, ha avuto nei confronti del leader Mpa Raffaele Lombardo: “Alleato serio e leale”. Parole utili a saldare un primo asse in terra catanese, perché qualunque aspirante governatore sa che la strada per Palazzo d’Orleans parte anche da buone intese elettorali all’ombra dell’Etna.
Tamajo dice di no, ma…
Resta nascosto nel gruppo anche Edy Tamajo, assessore alle Attività produttive che rinunciando al seggio a Bruxelles ha aperto la strada alla rielezione di Caterina Chinnici. Il suo peso specifico in Forza Italia sta crescendo ma lui non vuole sentire parlare di investiture per Palazzo d’Orleans.
Tamajo, che non ha mai avuto intenzione di traslocare dalle Attività produttive alla Sanità, continua a rifiutare ogni ipotesi di autocandidatura e nelle dichiarazioni ufficiali resta un passo indietro a Schifani. “Ad oggi è l’unico candidato naturale come presidente della Regione”, le sue parole. Dall’assessorato di via degli Emiri, però, passano numerosi provvedimenti per le imprese e tante vertenze che riguardano il mondo produttivo. Un settore che col tempo sta imparando a conoscere e ad apprezzare Tamajo.
L’assessore, dopo avere marcato le differenze con FdI sul Pride, ha anche abbracciato le aperture di Forza Italia riguardo allo ius scholae intervenendo sempre di più sui grandi temi che animano il dibattito pubblico. Ottimi anche i rapporti tra Tamajo e buona parte dell’attuale deputazione regionale di Forza Italia.
L’outsider di Palazzo delle Aquile
Fin qui i nomi più gettonati dagli addetti ai lavori per le elezioni regionali 2027 ma, come in ogni grande corsa che si rispetti, anche quella delle Regionali 2027 ha il suo outsider. Il mondo dei moderati potrebbe puntare le sue fiches su Roberto Lagalla, sindaco di Palermo il cui mandato scadrà sempre nel 2027. Da tempo, inoltre, si rincorrono voci su un suo possibile approdo in Forza Italia, in virtù di un dialogo aperto con le alte sfere azzurre.
Una collocazione con il partito fondato da Berlusconi consentirebbe all’ex rettore dell’Università di Palermo di dare robustezza alle proprie aspirazioni e fare il grande salto alle elezioni regionali 2027, liberando la casella di Palazzo delle Aquile che in questo modo finirebbe a FdI. Anche Lagalla, però, resta ben coperto nel gruppo, in attesa delle prime salite che potrebbero mettere in difficoltà gli avversari più quotati per la vittoria della maglia rosa di candidato governatore del centrodestra.