PALERMO – Il pizzo di Musumeci è apparso per le strade di Sicilia. Mentre l’avvocato Armao ha già reso note le date del proprio tour elettorale. Ma adesso, in vista delle Regionali siciliane, ecco fare capolino un “terzo nome”, un uomo di Forza Italia, magari, in grado di azzerare le divisioni e di far convergere tutti verso quel candidato.
“Unità”. È questo l’auspicio espresso da Silvio Berlusconi anche ieri, nonostante in queste ore l’ipotesi Armao resti la preferita dal Cavaliere. Il leader di Forza Italia parla della necessità di individuare un candidato moderato in grado di unire tutti. Un identikit che sembra, volutamente, allontanare l’ipotesi Musumeci, considerato troppo “di destra” da diversi esponenti della coalizione. E che sembra più aderente, appunto, alla figura dello stesso Armao.
Ma intanto, la doppia corsa di Armao e Musumeci ha creato una frattura dentro Forza Italia. Il partito, insomma, rischia di spaccarsi davvero. Anche perché insieme alle divisioni legate al candidato ecco affiorare le necessità personali, la guerra dei seggi che si gioca soprattutto all’interno del proprio partito. È il caso, ad esempio, di Vincenzo Figuccia, che nei giorni scorsi ha aspramente criticato e duramente attaccato il coordinatore regionale Gianfranco Micciché, giungendo persino a lanciare un appello a Berlusconi affinché esautori il leader siciliano degli azzurri che quasi certamente sarà candidato, come Figuccia, nel collegio di Palermo. Il deputato regionale palermitano, nella “corsa” per il candidato, pur avendo espresso la propria stima personale nei confronti di Armao, ha individuato in Musumeci il nome ideale. E ha espresso pubblicamente la propria intenzione di sostenere il leader di Diventerà Bellissima anche il deputato regionale ragusano Giorgio Assenza. Durissimo nei confronti di Micciché anche l’ex coordinatore regionale Vincenzo Gibiino che spinge per la candidatura di Musumeci e ammonisce: “Chi cinque anni fa ha fatto vincere Crocetta adesso vuole far vincere i grillini”.
C’è poi il gruppo di politici e dirigenti di Forza Italia che lavora più o meno sottotraccia perché Musumeci sia il candidato di tutta la coalizione. Ma allo stesso tempo, si sforza di scongiurare uno strappo che potrebbe tradursi in un “addio” allo stesso partito. Tra questi, ad esempio, l’eurodeputato Salvo Pogliese che ha però nei giorni scorsi sponsorizzato anche la candidatura del deputato nazionale Basilio Catanoso. Quest’ultimo aveva del resto lanciato un appello al partito a “superare i personalismi” e a lavorare appunto attorno a una candidatura di un dirigente di Forza Italia.
Ma l’alternativa migliore, per molti dirigenti di quell’area di Forza Italia con una storia di ex An, resta Musumeci. La pensa allo stesso modo, ad esempio, il capogruppo azzurro all’Ars, Marco Falcone che pochi giorni fa ha ammesso: “La scelta di Armao lascia perplessi i deputati regionali”. In effetti, molti di questi sembrerebbero assai “freddi” sull’ipotesi dell’avvocato palermitano. All’Ars è il caso di Riccardo Savona, Alfio Papale e Bernadette Grasso che però attenderebbero notizie dal partito. A fianco di Musumeci dovrebbe schierarsi un altro ex An come Santi Formica che della “Lista Musumeci” all’Ars è anche il capogruppo.
Ma il Cavaliere preferisce Armao. E con lui, anche diversi dirigenti di Forza Italia. Per restare all’Ars, ad esempio, a sposare l’idea del Cavaliere è il deputato regionale nisseno Pino Federico. Chiaramente al fianco di Micciché, Berlusconi e Armao è anche il senatore trapanese Tonino D’Alì: “Quella di Armao è una candidatura prestigiosa”. Così la penserebbero anche la maggior parte dei deputati e senatori siciliani azzurri. Da Gabriella Giammanco a Stefania Prestigiacomo (il suo nome era stato tra i più ‘caldi’ nei giorni scorsi), dal deputato agrigentino Riccardo Gallo Afflitto al ragusano Nino Minardo, dal senatore siracusano Bruno Alicata al palermitano Francesco Scoma. “Il presidente Berlusconi – dice Scoma – si sta adoperando in tutti i modi per evitare lo strappo con Fratelli d’Italia. Il Cavaliere sta chiedendo unità di intenti attorno alla figura di Armao e si è preso 48 ore per ufficializzare la sua decisione. Se si escludono pochi casi – aggiunge – legati magari a vecchi attriti o alla preoccupazione di non essere rieletti, la quasi totalità del partito è con Berlusconi e Micciché”. Ma le prossime 48 ore, a quanto si apprende, saranno caldissime. Continueranno infatti gli incontri e le telefonate. E nessuno oggi è in grado di escludere che alla fine, tra Armao e Musumeci possa saltare fuori un terzo nome. Un big di Forza Italia, magari. Che metta d’accordo tutti. O che, quantomeno, in un modo o nell’altro, scriva la parola “fine” alla querelle azzurra.