Lagalla, Lombardo, Miccichè: attenti a quei tre

Lagalla-Lombardo-Miccichè, il tridente multiuso della politica siciliana

Sembrano agguerritissimi. Ma c'è una regola da non sottovalutare
I PERSONAGGI POLITICI
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Non bisogna sottovalutare il nuovo tridente d’attacco della politica siciliana. Si tratta di una squadra indubbiamente ambiziosa.

Infatti, l’aggregato Lagalla-Lombardo-Miccichè, che ieri ha tenuto a battesimo sé medesimo, nel corso di una conferenza stampa, ha già offerto ai cronisti una prima notizia: il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha intenzione di correre per il secondo mandato.

Una coincidenza? Il frutto dell’alleanza? Oppure il professore Lagalla avrebbe comunque annunciato il salto in alto per il bis? Non lo sappiamo. Ma forse l’occasione ha rafforzato il proposito.

Il tridente, in tutte le sue formule – come da raffigurazione fotografica – ha Lombardo nel ruolo di perno centrale, con gli altri due a macinare metri sulle ali. Però, non si escludono cambiamenti in corso, a seconda della tattica più opportuna, da regolare per ogni partita.

Qualche ipotesi? In certe gare serratissime, la capacità strategica di Raffaele Lombardo, capitano del trio, potrebbe essere più vantaggiosa, per districarsi in mezzo al pressing altrui e creare spazi alternativi. In questo l’ex presidente della Regione è quasi imbattibile.

Oppure, l’equilibrio e la figura intrisa di bonomia di Roberto Lagalla potrebbero risultare un tranquillizzante verso formulare, un refrain azzeccatissimo per addolcire il cipiglio arcigno di certi stopper – e ce ne sono in politica – che mirano al tackle e alle caviglie, senza tanti complimenti.

Infine, le cavalcate estemporanee di Gianfranco Miccichè – con le sue ripartenze un po’ alla Sandokan, che nessuno sa mai come vanno a finire – potrebbero provocare, nella squadra avversaria, un vero scompiglio. Ma anche nella sua squadra, pensandoci bene.

In sintesi, un tridente proprio d’attacco, promettente e multiuso che dovrà dimostrare sul campo il suo vero valore. Tutti e tre i giocatori lo sanno perfettamente che, alla fine, conta la dura legge del gol. E lo sanno da ben prima degli 883. Dal refrain (ritornello) non si scappa.


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