CATANIA – “In un momento di tale fragilità del tessuto economico ed imprenditoriale dellaSicilia, ulteriormente aggravato dalle conseguenze prodotte dalla pandemia, la Camera dei Deputati approva un emendamento al decreto “sostegni-bis”, che sgancia la Camera di Commercio di Catania da quelle di Siracusa e Ragusa. È un provvedimento, assunto nel mezzo di una riforma della Camcom ancora in itinere, che ne aveva previsto proprio l’accorpamento, che se non apparisse talmente schizofrenico e avulso da qualsivoglia sprazzo di buon senso potrebbe ritenersi addirittura un tentativo colpevole e calcolato di affossare la Sicilia e con essa una delle città più dinamiche e produttive dell’isola. Speriamo che non diventi legge”.
Lo dichiara il presidente provinciale della Confesercenti dell’area metropolitana di Catania, Claudio Miceli, commentando la richiesta del presidente regionale di Confesercenti Vittorio Messina di un intervento chiarificatore da parte del Mise sul futuro delle Camere di commercio dell’Isola. “La sensazione che si ricava da questa vicenda è che manca una visione politica che punti a salvaguardare realmente gli interessi del mondo imprenditoriale siciliano nell’assoluta inerzia del governo regionale”.
La Regione Siciliana, in base alla norma inserite dovrebbe provvedere entro il 31 dicembre 2021, anche mediante la nomina di Commissari appositamente incaricati, a riorganizzare il proprio sistema camerale e a recedere dagli accorpamenti già effettuati o in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, “nel rispetto degli indicatori di efficienza e di equilibrio economico e assicurando alle realtà di nuova costituzione la dotazione finanziaria e patrimoniale detenuta dalle Camere precedentemente insistenti nella medesima circoscrizione territoriale. Si capisce, senza aggiungere altro-conclude Miceli – quanti elementi di grande confusione si aggiungerebbero in un contesto caratterizzatoda esagerate forzature e inconcepibili ritardi”.