Emergenza allagamenti in città| Opere a passo di lumaca - Live Sicilia

Emergenza allagamenti in città| Opere a passo di lumaca

In un'Aula distratta, il Comune fa il punto sugli interventi.

 

PALERMO – Gli allagamenti di Partanna naufragano in un’Aula vuota e distratta. Questa mattina si è tenuta una seduta del consiglio comunale dedicata a quello che è successo a Palermo a fine agosto, quando una bomba d’acqua ha letteralmente mandato in tilt la parte nord della città con case allagate e danni per centinaia di migliaia di euro. Allagamenti che hanno provocato proteste e polemiche non solo da parte dei residenti, ma anche dei partiti con Sicilia Futura, una delle forze che sostengono Orlando, che ha annunciato per sabato un sit-in di protesta contro la Regione.

In una Sala delle Lapidi distratta, l’assessore Emilio Arcuri, armato di slide, ha illustrato lo stato dell’arte delle opere, piccole e grandi, che dovrebbero evitare gli allagamenti. Perché, ha spiegato l’amministrazione, il problema non sarebbe solo il Ferro di Cavallo, ossia il canale che dovrebbe essere pulito con un intervento previsto nel Patto per il Sud ma ancora fermo, ma il resto delle grandi opere che vanno a passo di lumaca o sono prive di finanziamento.

Palermo è infatti divisa in due grandi bacini: quello nord, da via dei Quartieri in su che comprende anche Mondello, Tommaso Natale e Sferracavallo, e quello Sud fino ad Acqua dei Corsari. Il primo può contare solo sul Ferro di Cavallo, visto che il collettore nord-orientale non è mai stato completato per l’area marina di Capo Gallo, e non ha canali per lo smaltimento dell’acqua piovana; il secondo, invece, è servito dai canali di maltempo (il Passo di Rigano che va a mare e il Boccadilfalco nell’Oreto) e dal collettore sud-orientale.

Gli allagamenti hanno riguardato per lo più i quartieri di Partanna e Mondello, quindi il bacino nord: qui c’è un intervento da mezzo milione, finanziato dal Comune, per la realizzazione di vasche di drenaggio che aiuteranno via Santocanale e via Polibio che si aggiungeranno alle tre realizzate dal Coime lo scorso anno in via Aiace, via Amarilli e piazza della Serenità. E’ ancora in fase di programmazione un’altra vasca in via Partanna; con un altro intervento da 3,5 milioni, ancora non finanziato, sono previste vasche e pozzi nella zona di via Spinasanta, via Aiace e via Mercurio. In via dell’Olimpo, con mezzo milione del Comune (accordo quadro), si farà il collettore che mitigherà gli allagamenti anche in via Castelforte.

Hanno avuto sorte peggiore gli interventi compresi in un primo momento nel Patto per il Sud: quasi 15 milioni da destinare alla manutenzione dei canali di maltempo, alle vasche di drenaggio in viale Regione e ai collettori di viale Venere e via Castelforte. Peccato che la Regione abbia eliminato gli interventi dall’elenco delle opere finanziate. Il Comune, invece, nell’ottobre dell’anno scorso ha approvato i progetti per Partanna, via Porta di Castro per razionalizzare la fognatura lungo il Kemonia e l’area sud-orientale per 11,8 milioni, su Ciaculli e Croce Verde Giardini.

C’è poi la questione del Ferro di Cavallo, i cui lavori sono stati sospesi nel 2009, ripresi nel 2012 e poi nuovamente fermati per il mancato accreditamento di tutti i fondi; una situazione incredibile che è continuata con la revoca del finanziamento europeo, la non ammissione ai fondi Fas e infine con l’inserimento nel Patto per il Sud, anche se l’opera non è ancora partita.

A conti fatti, sono solo tre le opere immediatamente cantierabili che però sono tutte nel bacino sud: la rete fognaria in via Messina Marine (fondi Fas per 14 milioni con gara in corso), l’accordo quadro sul Boccadifalco (700 mila euro con gara bandita) e i lavori di manutenzione straordinaria sempre sul Boccadifalco (tre milioni Cipe con progettazione in corso).

Per il bacino nord sarebbero decisivi il Ferro di Cavallo e il collettore Venere-Olimpo, entrambi nel Patto per il Sud: il primo fermo e non finanziato e il secondo senza fondi. Altre 13 opere sono in mano al commissario nazionale, tra cui il potenziamento di Fondo Patti.

Arcuri ha spiegato che “si è avviata una proficua collaborazione con la struttura commissariale nazionale, mentre sul fronte regionale stiamo operando di concerto con l’attuale Commissario per il dissesto idrogeologico e di intesa con l’Assessore all’Ambiente Salvatore Cordaro affinché si giunga o alla rimodulazione del Patto per lo Sviluppo o ad altre soluzioni per recuperare sollecitamente le risorse necessarie alla realizzazione delle opere”. Il Sindaco Leoluca Orlando ha sottolineato che “è evidente che in questi anni, ad un impegno forte dell’Amministrazione in termini di programmazione, progettazione e reperimento delle risorse, non è sempre corrisposto un analogo impegno di altre istituzioni con scelte non solo discutibili, ma spesso del tutto inspiegabili per le conseguenze gravissime che hanno avuto e possono avere per la sicurezza dei cittadini. In questi ultimi mesi si è ricostruito un corretto rapporto di collaborazione e dialogo istituzionale che, speriamo, trovi sbocco nell’avvio di lavori ormai non più rinviabili”.

Ma Sicilia Futura va all’attacco. “Non posso accettare quello che ho ascoltato oggi, anche se restiamo saldamente in maggioranza – ha detto Ottavio Zacco – La zona nord della città è quella che soffre di più, servono interventi immediati che, se necessario, vanno inseriti nell’elenco annuale delle opere pubbliche. Quando piove, alcune famiglie non sanno come proteggere i propri figli anche a casa: non si può ancora perdere tempo, né si può dire che la colpa è del commissario. Convocherò le parti interessate in commissione”.

Una tensione neanche troppo celata, con i consiglieri che fanno riferimento a Edy Tamajo pronti a scendere in piazza: l’obiettivo della protesta è la Regione e Sicilia Futura ha specificato di non chiedere le dimissioni di Arcuri, ma la tensione è evidente.

Una spaccatura in cui si inseriscono le opposizioni. “L’assessore Arcuri deve dimettersi – ha attaccato Ugo Forello del M5s – Non abbiamo, dopo sei anni, risposte adeguate al problema”. “Siamo stati fortunati che non sia successo qualcosa di peggio – ha tuonato Fabrizio Ferrandelli – Vogliamo in Aula anche la Protezione civile comunale, che è assente”.

“Il problema non è nato certo oggi, ma nasce da uno sviluppo caotico tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta”, ha detto Giusto Catania di Sinistra Comune; “Qui rischiamo che ci scappi il morto – ha aggiunto Giovanni Lo Cascio (Pd) -L’Amap deve attivarsi sulle caditoie ma la Regione e il commissario devono aiutare Palermo”.

Un dibattito che, sulla carta, si sarebbe dovuto rivelare decisivo ma che, nei fatti, si è chiuso per mancanza del numero legale per le vistose assenze tra i banchi della maggioranza e delle opposizioni. Con buona pace degli allagamenti.

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