CATANIA – Prima la chiusura dell’aeroporto, che ha comportato il dirottamento dei voli a Palermo, poi la pioggia di cenere e pietre. Il risveglio alle falde dell’Etna è amaro, la conta dei danni è già iniziata, mentre lo scalo resta aperto ma in stato di allerta.
Tutto dipende dal vento: ieri sera, la colonna di cenere è arrivata sino a Catanzaro, riversandosi anche su alcuni comuni del messinese. Drammatica la situazione del versante Nord del vuolcano: mentre la cenere veniva trascinata dal vento, vere e proprie pietre hanno ricoperto i principali centri.
Il sopralluogo a Linguaglossa. Fortissimo l’odore di zolfo. E’ questa la situazione trovata in tarda serata a Linguaglossa (CT), a seguito dell’eruzione lampo dell’Etna, ma soprattutto dalla forte emissione di cenere abbattutasi sul piccolo centro Etneo. Scendendo dalla Provinciale “Mareneve”, a circa 5 km dal centro, abbiamo trovato i primi sassolini, dopo pochi metri, una coltre di cenere ricopriva l’intero manto stradale: addirittura nei pressi del bivio che sale verso l’Etna, raggiungeva i 5 cm di altezza. Macchine di curiosi in giro, a passo d’uomo, e forze dell’ordine in giro a vigilare. Proseguendo verso il centro, troviamo i marciapiedi invasi di sassolini dell’Etna, e così in piazza Giardino dove in molti sono intenti a scattare fotografie. Scendendo verso Piedimonte Etneo, appena fuori l’abitato di Linguaglossa, non c’è più traccia di cenere, e, pur non vedendo l’Etna coperta da fumi e nuvole, si sente ancora l’odore di zolfo, ma le strade sono pulite.
Torniamo indietro lungo la Ss. 120, e dopo Linguaglossa, in direzione Randazzo, la strada è interamente coperta di cenere. Così per 4-5 km, proseguendo vediamo la cenere a terra diminuire velocemente, fino a Rovittello, appena si esce da questa piccola frazione, tutto torna normale, e anche l’odore di zolfo scompare. Anche a Castiglione di Sicilia strade invase dalla cenere, anche se in maniera minore di Linguaglossa. Problemi per i Comuni che dovranno provvedere a rimuoverla. Noi torniamo indietro, le fontane di lava son finite, l’eruzione e l’Etna si sono calmate, ma la cenere resta, e con essa il pericolo sulle strade.