CATANIA – Niente più Vigili del fuoco a presidio dell’Oasi del Simeto. La provincia di Catania non ha rinnovato la convenzione che, da alcuni anni, prevedeva per la stagione estiva una squadra fissa di pompieri a presidio della riserva naturale orientata, colpita spesso da incendi, alcune delle volte anche difficili da domare. La conferma arriva dal coordinatore provinciale Fp Cgil, Salvatore Di Dio che racconta a LivesiciliaCatania quali enormi difficoltà si prospettano per il corpo dei vigili del fuoco già impegnato e anche molto nell’affrontare i roghi tipici della stagione estiva e che ora, con l’aumento delle temperature, avrà ulteriori difficoltà.
A cominciare dalla possibilità di intervenire tempestivamente proprio lì dove incendi, dolosi o meno, scoppiano con frequenza. “Negli ultimi anni abbiamo siglato una convenzione specifica con la Provincia per proteggere l’Oasi del Simeto .- spiega – e avevamo una squadra fissa nella zona della riserva, per intervenire immediatamente in caso di incendio. Insomma – sottolinea – appena si verificava un principio di incendio, anche minimo, si riusciva a operare celermente, evitando così danni. Quest’anno invece, la convenzione invece non è stata rinnovata”.
Oggi, in caso di incendio, non si sa chi potrebbe intervenire, dunque, dato che attualmente il distaccamento sud è impegnato continuamente in altri interventi. “Il territorio che copriamo è vasto – continua Di Dio – e coinvolge tutta la provincia, quindi le squadre che operano a Catania possono essere impegnate anche a Paternò o Acireale, per esempio, se le squadre del posto non sono disponibili. Né possiamo rifiutare l’intervento. Insomma – incalza – non abbiamo personale sufficiente a garantire il controllo di un’area così vasta”.
Una situazione non certo nuova, i sindacati denunciano le condizioni in cui sono costretti a operare i Vigili del fuoco da tempo, ma che con la stagione estiva si aggrava ulteriormente, considerati anche i mezzi vetusti e il personale ridotto all’osso. “Abbiamo personale ridotto in centrale – aggiunge Di Dio – e stiamo operando con una squadra sola, composta da cinque persone. E non abbiamo altre risorse. Né si può contare sui forestali, se non limitatamente e come supporto”.
Per non considerare i mezzi, per cui “la situazione è ancora peggiore – prosegue. Con questo caldo e a pieno carico i mezzi si rompono spesso. La maggioranza è in officina”. Né le istituzioni aiutano a mitigare i rischi. “Alcuni Comuni fanno la mappatura dei terreni e vengono effettuati i controlli sui quelli privati – continua. A Catania, però, ci troviamo con tutti i terreni pubblici abbandonati che, in città, sono più di quelli privati. Per non parlare dell’Anas, che non effettua manutenzione lungo le rampe o nei guard rail. Tutto questo – conclude – aggrava una situazione già delicata”.