Migranti, 250 trasferiti da Lampedusa a Porto Empedocle

Emergenza migranti, 250 trasferiti da Lampedusa a Porto Empedocle

Nelle prossime ore ci saranno altre partenze per alleggerire l'hotspot di contrada Imbriacola
SBARCHI
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LAMPEDUSA (AG) – Sono 250 i migranti già trasferiti al porto di Lampedusa dall’hotspot di contrada Imbriacola che, all’alba, ospitava circa 2.400 persone. Il gruppo verrà imbarcato sul traghetto di linea Galaxy che in serata giungerà a Porto Empedocle.

Le condizioni del mare, nel canale di Sicilia, sono migliorate e il traghetto di linea è riuscito a mollare l’ancora per giungere a Lampedusa.

Un tir della Protezione civile con viveri e coperte

Dalla stessa motonave è stato sbarcato un tir della Protezione civile di Siracusa ricolmo di generi alimentari, coperte e quant’altro serve ai migranti che resteranno ospiti, in attesa di nuovi trasferimenti, nella struttura di prima accoglienza.

Ieri sull’isola erano giunti il presidente della Regione, Renato Schifani, e il capo dipartimento delle Libertà civili e immigrazioni, il prefetto Valerio Valenti, e sono stati disposti massicci trasferimenti per svuotare l’hotspot e l’ulteriore invio di beni di prima necessità per i migranti.

Il mercantile ‘Froland’ a Pozzallo

Intanto, il mercantile ‘Froland’ che ha a bordo i 17 sopravvissuti al naufragio avvenuto ieri davanti alla Libia, arriverà a Pozzallo per le 16 ma non entrerà in porto: i migranti saranno prelevati dalle motovedette della Guardia Costiera e trasferiti a terra. A Pozzallo arriveranno anche i due migranti per i quali, in un primo momento, era stata disposta l’evacuazione medica a Malta: il centro internazionale radiomedico, d’intesa con il centro di coordinamento dei soccorsi di Roma e dopo aver parlato con il comandante della nave, ha stabilito infatti le condizioni dei due non richiedevano un’evacuazione urgente.

Associazione Don Bosco 2000: “Situazione paradossale”

“Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale”, dice Agostino Sella, Presidente di Associazione Don Bosco 2000, alla luce dell’ultimo naufragio avvenuto l’11 marzo al largo della Libia: “I naufragi nel Mediterraneo si susseguono incessanti e coinvolgono perlopiù barconi provenienti da Libia e Turchia, proprio quei Paesi con cui l’Italia e l’Unione europea hanno stretto accordi per contenere i flussi migratori”.

Il Memorandum tra Italia e Libia

Il Memorandum of Understanding tra Italia e Libia, firmato per la prima volta il 2 febbraio 2017 e rinnovato automaticamente il 2 novembre 2022, prevede l’elargizione di aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche, alle quali viene affidata la sorveglianza nel Mediterraneo attraverso la fornitura di motovedette, di un centro di coordinamento marittimo e di attività di formazione. “La scelta di finanziare la Guardia Costiera libica è fallimentare e i fatti lo dimostrano”, prosegue Sella, “così come l’ipotesi di innalzare le pene per gli scafisti, l’anello più debole della catena, quando i veri trafficanti restano in Libia”. 

Oltre alla rotta libica, sono triplicati nel corso degli ultimi due anni i viaggi attraverso il Mediterraneo orientale con partenza dalla Turchia. La stessa Turchia con cui l’Unione europea ha stretto un accordo (dichiarazione Ue-Turchia del 18 marzo 2016), ormai quasi giunto al suo sesto anniversario, che vale 6 miliardi di euro, in cambio dell’impegno da parte del governo turco a rimpatriare tutte le persone che giungono irregolarmente sulle isole egee. 

Sella: “Occorre adottare una politica che non sia ideologica”

“Occorre adottare una politica che non sia ideologica, ma bastata su competenze reali in tema di migrazioni”, conclude Sella, “e accettare un assunto fondamentale: gli spostamenti delle persone sulla terra non si possono fermare, nessun argine può contenere i bisogni di chi fugge dalla fame e dalla guerra”. 


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