PALERMO – Il boss della Noce Fabio Chiovaro è stato condannato dal gup Fabrizio Anfuso a 7 anni e 6 mesi per due tentate estorsioni nei confronti di uno zio e di un nipote. A denunciarlo sono stati i due familiari. L’accusa in giudizio è stata sostenuta dalle pm Amelia Luise e Annamaria Picozzi. A 4 anni e 8 mesi è stata condannata la moglie di Chiovaro, Loredana D’Amico, e a 7 anni e 6 mesi Giuseppe Vallecchia. Assolti Tiziana Chiovaro, sorella del capomafia, e Tommaso Cospolici, difesi dagli avvocati Angelo Formuso e Filippo Gallina. Il boss minacciò di morte lo zio, fratello di un ex collaboratore di giustizia, dal quale sosteneva di dover riavere 4mila euro datigli in prestito.
Secondo l’accusa, il capo del clan della Noce, ristretto al 41 bis nel carcere di Parma, avrebbe chiesto indietro dei soldi prestati allo zio nel 2011. Il familiare, fotografo rimasto senza lavoro, ricevette quattromila euro dal nipote per aprire uno studio fotografico. Nel 2012, dopo l’arresto, in un colloquio in carcere con la moglie Chiovaro avrebbe ordinato di recuperare alcuni crediti all’interno della famiglia, tra cui quelli vantati dallo zio. Poi sarebbero cominciate le minacce. L’altra tentata estorsione ruotava attorno a un quadro, prima acquistato dal boss dal nipote, antiquario. Dopo le manette, la moglie di Chiovaro chiese al parente di rivenderlo e di consegnarle il ricavato. Le difficoltà nella vendita spinsero il nipote a dare un anticipo alla moglie del capomafia che, alla fine, con minacce, pretese di nuovo il dipinto senza restituire al parente il denaro dato in conto-vendita. Stanchi delle angherie i due hanno denunciato il boss.