CATANIA – Aumenta l’attività del cratere Voragine sull’Etna. Secondo un comunicato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, l’attività stromboliana iniziata a giugno si è intensificata nella mattina di giovedì 4 luglio. L’eruzione è accompagnata da due flussi lavici e da una nube di cenere la cui altezza è stata stimata in 4,5 chilometri.
In seguito all’emissione di cenere, l’Ingv ha emesso un VONA (Volcano Observatory Notices for Aviation) di colore rosso per segnalare il pericolo per i voli nella zona. L’aeroporto Vincenzo Bellini rimane per il momento operativo.
Eruzione sul cratere Voragine: i dettagli
Come si legge nella nota dell’Ingv, le immagini delle telecamere della rete di sorveglianza registrano che l’attività stromboliana iniziata lo scorso 13-14 giugno dal cratere Voragine, che si era lentamente accentuata nei giorni a seguire, nella tarda mattinata si è notevolmente intensificata.
Dal modello previsionale, la simulazione dell’eventuale dispersione del plume vulcanico indica una direzione Sud Est. Tale attività è accompagnata da due flussi lavici, iniziati nei giorni precedenti, prodotti da due bocche poste rispettivamente sul fianco sud orientale e su quello nord occidentale del cono di scorie all’interno del cratere. Nelle stesse ore è in corso anche un’eruzione sullo Stromboli.
L’andamento dell’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato negli ultimi giorni un continuo incremento che si è ulteriormente accentuato a partire dalle 13:20 circa e i valori si collocano su un livello molto alto. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico è localizzato poco a est del cratere Voragine ad una elevazione di circa 2800 metri sul livello del mare.
Anche la frequenza di accadimento e l’ampiezza degli eventi infrasonici hanno mostrato un ulteriore incremento rispetto a quanto osservato nei giorni precedenti e risultano localizzati al cratere Voragine.
Dall’analisi dei dati delle reti di deformazione del suolo, non si evidenziano variazioni significative alle stazioni GNSS ad alta frequenza e alle stazioni clinometriche. Si rileva l’inizio di una leggera decompressione al sensore dilatometrico di circa 8 nanostrain nelle ultime 3 ore.