PALERMO – Sei parlamentari all’Ars e consiglieri comunali sparsi un po’ in tutta la Sicilia, da Palermo a Catania passando per Agrigento. Non sono bastati questi numeri, alla Democrazia cristiana di Totò Cuffaro, per ottenere la patente di alleato politico “con pari dignità” per le elezioni europee.
La Dc e un tesoretto da 114mila voti
Il pacchetto di consenso elettorale sul quale può contare la nuova Dc potrebbe essere decisivo per ognuna delle liste in campo. Fa gola quel forziere di 114mila voti (tanti sono stati alle Regionali) ma la Dc e il suo leader sono presenze ingombranti per via di quella condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia, interamente scontata in carcere.
Forza Italia, Udc, Noi Moderati, gli Stati Uniti d’Europa di Renzi e anche la Lega hanno avuto svariati colloqui con l’ex presidente della Regione ma Cuffaro, che nel frattempo ha dichiarato di non volersi candidare in prima persona, nel centrodestra viene vissuto come un alleato scomodo.
Cuffaro sì, ma anche no
Il capogruppo all’Ars, Carmelo Pace, lo ha detto apertamente: “Contro la Dc c’è il festival del pregiudizio e dell’ipocrisia”. Cuffaro, cioè, va bene come alleato alla Regione Siciliana, a Palermo o a Catania, ma non ufficialmente per le Europee. Viene cercato, ma non per la consueta foto di rito. I suoi voti sì, il suo simbolo no.
In una elezione che vede il ritorno delle icone dell’antimafia, la sua condanna per favoreggiamento a Cosa nostra è un macigno che finisce per essere ammantato dal velo di ipocrisia della politica. Una condanna pesante “ma per la quale Cuffaro ha pagato – ha ricordato la radicale Rita Bernardini – venendo riabilitato” da un tribunale.
Cuffaro alleato scomodo
Tutto questo, evidentemente, non è bastato visti i distinguo e i “mai dialogato con Cuffaro” che si sono sprecati ad ogni indiscrezione giornalistica. E in più c’è la preoccupazione, almeno per qualcuno dei candidati, che il nominativo appoggiato dall’ex governatore possa togliere il proprio seggio a Bruxelles.
Totò Cuffaro e l’ipocrisia della politica
Le prese di posizione, sia chiaro, sono legittime, ma non si può non evidenziare che sono arrivate spesso dagli stessi alleati di Cuffaro nel centrodestra. Una ipocrisia che il presidente della Regione, Renato Schifani, leader di Forza Italia nell’Isola, ha provato a mettere a nudo.
Schifani ha ricordato a tutti che la Dc è parte integrante del centrodestra. Il governatore ha poi evidenziato che “con i suoi voti sono stati eletti il sindaco di Palermo e il sindaco di Catania”, e che anche a Caltanissetta Cuffaro partecipa all’alleanza. Ma Forza Italia ha detto no, in nome dei sondaggi e del veto della capolista Chinnici.
Telenovela agli sgoccioli
La fiction elettorale si concluderà a breve. Di certo il simbolo della Dc non ci sarà “ma la Dc sì”, come continua a ripetere Cuffaro che domenica ad Enna dovrebbe scrivere la parola fine alla questione ufficializzando le scelte del suo partito. I giorni per il deposito delle liste in Corte d’Appello saranno il 30 aprile e l’1 maggio ma in casa Dc si confida nello scioglimento del nodo con qualche ora di anticipo.
Un candidato da sponsorizzare arriverà, e magari ci sarà anche un “colpo di teatro”, ma storia di queste lunghe trattative racconta della scomparsa del simbolo della Dc dalla scheda per le Europee. Racconta di partiti alla ricerca dei voti di Cuffaro, senza Cuffaro.