Ex autista di Falcone e pentito| "Quel carico di cocaina non pagato" - Live Sicilia

Ex autista di Falcone e pentito| “Quel carico di cocaina non pagato”

Pasquale Di Salvo

Parla il pentito Di Salvo. Uno sgarbo dietro il passaggio di consegne fra vecchi e nuovi boss.

BAGHERIA - I VERBALI
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PALERMO – Il mancato pagamento ai mafiosi palermitani di una partita di droga fece saltare gli equilibri. Carmelo D’Amico, capo decina del clan di Bagheria, perse l’incarico e fu sostituito da Nicola Testa. A raccontare l’episodio è il neo pentito Pasquale Di Salvo, ex agente di scorta del giudice Giovanni Falcone. Tutti e tre sono stati arrestati nel dicembre del 2015.

Il collaboratore di giustizia non sa da chi fu nominato D’Amico: “… di queste domande dottore non ne potevo fare, chi ti ha fatto o chi non ti ha fatto, perché è lui la persona che comanda, basta, cioè non si può andare a chiedere se non fai parte della commissione e assisti direttamente a determinate persone non ti puoi permettere il lusso di fare questa domanda”. Sa però “che avevano fatto a lui nel 2014 persone di Villabate, però lui non era in grado di gestire Bagheria e si affiancò a Nicola Testa che poi prese il pieno potere direttamente Nicola Testa”. L’avvicendamento è legato a un affare di droga. O meglio, “a seguito della brutta figura del chilo di cocaina che aveva fatto e che non si era presentato ad un appuntamento a Palermo, perché era stato mandato a chiamare a Palermo”.

È il pubblico ministero Gaspare Spedale a chiedere chiarimenti. D’Amico avrebbe preso la droga da Salvatore Drago Ferrante e l’avrebbe consegnata a Gino Tutino. Nella triangolazione riferita dal pentito, però, sarebbe saltato il pagamento: “Drago voleva un appuntamento con D’Amico… dice mi deve dare dei soldi, ma non andavo mai all’idea della cocaina. Un giorno ci ferma e mi fa dice senti, siamo arrivati o mi fissi un appuntamento con D’Amico perché mi deve dare 44.000 euro, ma 44.000 euro di che cosa, perché gli ho consegnato un chilo di cocaina e io sono andato a cercare a D’Amico”.

La cocaina “l’aveva data a Gino Tutino con l’impegno che entro un mese doveva portare i soldi… poi se Gino Tutino l’ha consegnato agli altri non lo so, io so solo che ho assistito e sono andato all’appuntamento perché c’erano le persone per prendere i soldi al bar Sant’Antonino, come infatti il giorno che sono andato a cercarlo ci dissi vedi che domani mattina alle nove c’è l’appuntamento con le persone a cui tu devi dare i soldi… mi fa dice vacci tu all’appuntamento, ci dissi come io ci devo andare, io non so niente e ci devo andare io”.

E invece alla fine fu lui a presentarsi all’appuntamento: “Ho preso impegni con queste persone che entro la fine di agosto lui avrebbe saldato il debito, viceversa il pomeriggio mi chiama Testa e mi fa una cazziata dicendomi a te chi cazzo ti ha autorizzato ad andare a discutere questa cosa che erano fatti che a te non ti interessavano, ci dissi a me mi ci ha mandato Carmelo D’Amico e ora siccome mi avete fatto prendere impegni voi prendete i soldi e glieli date alle persone, perché con la mia vita voi non ci giocate e lì sono nati i contrasti fra me e Nicola Testa”. Non si sa se la droga sia stata pagata e non si conosce l’identità dei palermitani che parteciparono all’incontro. Sono misteri ancora da chiarire.


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