CATANIA – “Sono in corso interlocuzioni con le autorità cittadine, per comprendere quale vocazione dare a quest’area che, al momento, è una baraccopoli“. A rispondere alle domande di LiveSicilia è Angela Rosa Scalia, l’avvocata che sta seguendo la faccenda dell’ex Italcementi di via Domenico Tempio per conto della Ex Cem srl. Come rivelato questa mattina in esclusiva da questo giornale, sull’area di sei ettari di fronte al porto del capoluogo etneo nell’ultimo anno si sono risvegliati diversi interessi.
Da quando, cioè, è stata presentata una proposta di “rigenerazione urbana” discussa al Comune di Catania in una conferenza dei servizi di cui si sono svolte un paio di sedute e che, adesso, risulta essere sospesa. “L’area è stata acquistata circa un anno fa – spiega Scalia, raggiunta telefonicamente da questa testata – L’amianto è stato bonificato. In parte rimosso e quello che c’è ancora è stato trattato in modo tale da essere sicuro”. L’ecomostro fronte mare, insomma, non è più tale. È solo un’area, già cementificata e in una posizione privilegiata, che attende di essere riqualificata.
La famiglia Caruso
Secondo quanto ricostruito da LiveSicilia, gli interessi imprenditoriali dietro al grande affare della cementeria abbandonata sono quelli della famiglia Caruso, originaria di Paternò. La Ex Cem srl, infatti, è di proprietà di due società: la Hub Services e la Caruso spa. Il titolare della prima impresa è Gaetano Caruso, mentre le quote della società per azioni – capitale sociale di due milioni e 200mila euro, interamente versato – sono dei giovani Rita (1993) e Salvatore Caruso (1987). La spa, però, era amministrata fino ad agosto 2020 da Emanuele Caruso. Che ha lasciato la carica dopo essere stato arrestato per corruzione dalla procura di Palermo nell’ambito di un’inchiesta sulla discarica di Bellolampo, nel capoluogo di regione.
“Tutti incensurati. Assoluzione piena”
“Rita e Salvatore Caruso sono due soggetti totalmente incensurati – afferma l’avvocato Angelo Mangione, legale di famiglia – Per quanto riguarda Emanuele Caruso, invece, è stato condannato in primo grado, con il rito abbreviato, per un’ipotesi di corruzione semplice a Palermo. L’Appello è in corso”. A proposito di una vecchia inchiesta, risalente al primo decennio degli anni Duemila, in cui Emanuele e Gaetano Caruso sono stati accusati di associazione mafiosa, il legale puntualizza: “Sono stati entrambi assolti da tutti i reati a loro contestati con formula piena, perché il fatto non sussiste. Erano vittime di Cosa nostra. A Emanuele Caruso sono state restituiti tutti i beni che gli erano stati sequestrati, nei suoi confronti è stato anche stabilito un risarcimento per ingiusta detenzione. E la procura non ha impugnato l’assoluzione“.
Stando alle informazioni catastali, l’ex cementeria è stata acquistata a dicembre 2019 dalla Realizzazioni e montaggi srl, una società con sede in viale Teracati, a Siracusa, le cui quote sono di proprietà al cento per cento di Daniela Pisasale, compagna di Emanuele Caruso e coinvolta anche lei nell’inchiesta per la corruzione nella discarica di Bellolampo. A dicembre del 2021, però, poco dopo la costituzione della Ex Cem srl, il vecchio Italcementi viene venduto dalla Rem a quest’ultima impresa. Ad amministrare la Ex Cem è Giuseppe Maria Santangelo. Che amministra, insieme ad Andrea Domenico Rendo, anche la Rem srl.
“Le strutture che hanno una valenza storica – continua l’avvocata Scalia – verranno mantenute. Le altre, invece, saranno demolite per poi essere ricostruite. Sono in corso di valutazione eventuali collaborazioni con le istituzioni”. Alla conferenza dei servizi sono stati invitati a partecipare anche “la Zes (Zona economica speciale), l’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale, la Società Interporti Siciliani e la Soprintendenza ai Beni culturali di Catania. L’ultima seduta risale a parecchi mesi fa”, dice Scalia.
“Nessun interesse del Comune”
Secondo quanto appreso da LiveSicilia, la conferenza dei servizi è stata temporaneamente sospesa su richiesta dell’Autorità di sistema portuale. Finché non sarà chiusa, dice il direttore dell’Urbanistica Biagio Bisignani, “tutti gli atti che riguardano la procedura, inclusi i progetti, non sono pubblici”. A partecipare agli incontri, cominciati circa un anno fa (cioè intorno alla primavera del 2022) per conto della Ex Cem sarebbe stato anche il commercialista catanese Antonio Pogliese, padre del senatore di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Catania Salvo Pogliese. “In questa fase – conclude Bisignani – posso solo dire che il Comune di Catania sta solo verificando se l’attività proposta è ammissibile oppure no e non c’è nessun altro coinvolgimento pubblico”.
A realizzare il progetto è l’architetto Giuseppe Scannella, ex presidente dell’Ordine degli architetti di Catania e professionista di primo piano. “Posso solo confermare di avere ricevuto l’incarico – afferma, raggiunto telefonicamente da questa testata – Non posso dire nient’altro per motivi di riservatezza professionale“.
Per quanto attiene, invece, ad Antonio Pogliese, questa redazione ha provato a contattarlo con tutti i mezzi a sua disposizione, senza ottenere esito positivo in tempo per la realizzazione di questo articolo. Il senatore Salvo Pogliese, che quando sarebbe cominciata la conferenza dei servizi era già sospeso dalla carica di primo cittadino e, quindi, non aveva più alcun ruolo nell’amministrazione del Comune di Catania, ha scelto invece di non rilasciare alcuna dichiarazione. Ha però ricordato che non svolge attività professionale in prima persona né si occupa di quella del padre.