PALERMO – Gli operai della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese hanno manifestato davanti Palazzo d’Orleans, in piazza Indipendenza, a Palermo. Il sit-in è stato organizzato da Fim, Fiom e Uilm. C’é attesa tra i lavoratori per l’incontro con il governatore Rosario Crocetta, convocato con i sindacati per discutere della vertenza. I lavoratori chiedono risposte concrete sul loro futuro occupazionale e temono che senza un progetto credibile l’alternativa per loro sia il licenziamento a dicembre, dal momento che stenta a decollare il piano di rilancio del polo industriale.
Dal 31 dicembre prossimo, a due anni, cioé, dalla chiusura della fabbrica, le tute blu non potranno più beneficiare della cassa integrazione straordinaria per cessazione attività.
Assicurare il paracadute sociale, anche per il 2014, agli operai della Fiat e dell’indotto, previa intesa con il governo nazionale, la richiesta di un incontro con l’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne per scongiurare i licenziamenti collettivi, che potrebbero scattare dal 31 dicembre prossimo – quando scadrà la cassa integrazione straordinaria per cessazione attività per i 1500 dipendenti della Fiat e della Magneti Marelli – e una riunione con i vertici della casa automobilistica cinese Chery, per verificare la disponibilità a investire in Sicilia.
E’ il contenuto del verbale siglato tra il governatore Rosario Crocetta e i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil. Lo rende noto la Fiom al termine dell’incontro a palazzo D’Orleans, dove centinaia di lavoratori hanno partecipato a un sit in. “Il presidente Crocetta – dice il segretario provinciale della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone – ha accolto le nostre richieste. Adesso chiediamo celerità ma soprattutto azione. Queste riunioni devono tenersi entro aprile, il tempo stringe, dicembre è dietro l’angolo e vogliamo risposte entro i primi giorni di maggio, per discuterne con i lavoratori”. “Il faro per il governo regionale deve essere scongiurare la macelleria sociale che deriverebbe – prosegue – dall’ipotesi dei licenziamenti collettivi a Termini Imerese, se non si arriva a una soluzione per il rilancio del polo industriale. Gli effetti per l’economia locale oltre al dramma di migliaia di famiglie, sarebbe devastante”.