PALERMO – “Una scelta sbagliata, che io non avrei mai fatto”. Rosario Crocetta è stato molto critico riguardo la decisione del consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale, che dopo l’approvazione della legge sulla spending review ha deliberato l’istituzione di una nuova indennità per i capigruppo di Palazzo dei Normanni. Undici, attualmente, che d’ora in poi intascheranno una somma (aggiuntiva) mensile da 1.159 euro lordi.
Il presidente del gruppo del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, da parte sua ha già rinunciato: “Una decisione assurda – aveva detto il capogruppo grillino – che ovviamente respingeremo al mittente. Secondo noi le indennità di funzione non hanno motivo di esistere”. Detto, fatto. Proprio ieri, e davanti al governatore ospite (anche lui) all’Arena di Giletti su Rai1, Cancelleri ha annunciato di aver firmato una lettera diretta agli uffici dell’Ars dove dispone che non gli venga accreditata l’indennità aggiuntiva, normalmente spettante a presidente dell’Assemblea, vicepresidenti, componenti dell’ufficio di presidenza e presidenti delle commissioni parlamentari. Mai, finora, era stata prevista anche per i capigruppo.
Ma adesso resta da capire in quanti, e chi, seguirà il capigruppo dei Cinquestelle e rinuncerà a circa 750 euro netti in più nella propria busta paga mensile. Al momento, ci va cauto persino il presidente del gruppo del Megafono, il movimento ‘creatura’ di Crocetta. “Ancora non ho avuto comunicazione ufficiale di questa indennità aggiuntiva – dice Giovanni di Giacinto – , ma voglio precisare che nonostante il messaggio che sta passando, queste somme non sono ‘in più’. Prima, infatti, – spiega il capogruppo del Megafono – del contributo che l’Ars trasferiva ogni mese ai gruppi, il 10 per cento era riservato proprio ai capigruppo: una regola che ‘garantiva’ ad alcuni fino a 4.000 euro al mese”.
Di Giacinto, però, non ha ancora deciso: “Valuterò pure io se rinunciare – dice – , ma in ogni caso non saranno 750 euro in più (visti i tagli che abbiamo fatto) a cambiare la vita dei siciliani. Se le nostre indennità risolvessero i problemi dei cittadini rinunceremmo tutti, ma purtroppo non è così”.