"Facciamo ventimila euro al giorno" |Così il finanziere aiutava i pescatori - Live Sicilia

“Facciamo ventimila euro al giorno” |Così il finanziere aiutava i pescatori

Secondo l'accusa, Tobia Imparato segnalava alle barche i controlli. E al telefono si vantava: "Arrivano 10 barche, il pesce più piccolo è 200 chili. A 5 euro...".

Il retroscena
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PALERMO – Alla fine il finanziere accusato di essere la talpa dei pescatori di frodo si era montato la testa. Sognava di estendere le “soffiate” a una buona fetta del mercato della pesca. Per guadagnare cifre astronomiche: “Per guadagnare 20.000 euro al giorno devo fare i salti mortali”. Probabilmente quella di Tobia Imparato, il finanziere finito in cella giovedì con l’accusa di corruzione, era una stima da spaccone, ma basata su un calcolo reale: “Fra’, arrivano 10 barche – diceva intercettato -, su 5 o 6 barche, fai 1 o 2 a barche, li lasci pure contenti. Il pesce più piccolo è 200 kg, a 5 euro…”. “Minchia, 200 chili a cinque euro… un testone”, gli rispondeva il suo interlocutore. “Io gliel’ho detto – concludeva lui – Per 10 di quelli, quanto fa?”.
Funzionava così il presunto racket delle soffiate ai pescatori di Isola. Un sistema collaudato, che però ogni tanto saltava. Fra i tanti episodi contestati a Imparato, cui il gip Lorenzo Matassa dedica quasi metà di un’ordinanza di custodia cautelare che ripercorre le presunte vessazioni subite da sei vittime, ce n’è uno in cui la macchina si inceppa. È il 13 giugno, e Imparato viene chiamato da un collega, che gli chiede di andare proprio a Isola delle Femmine, dove “due pescherecci” stanno approdando in porto. Alle 8,57, Imparato chiama uno dei pescatori:
Imparato: Eh, dico… magari cercate di trattenervi quanto più è possibile.
Pescatore: Ma dico un’oretta e mezza per pulire la barca, dico ce la facciamo vero?
Imparato: Compa’, stamattina penso un po’ di no, è un po’ difficile. Appunto, ti dicevo, trattieniti un po’.
Pescatore: Ho capito, allora per ora che fa ci stiamo qua, perché volevo pulire la barca ora io.
Imparato: E lo so però… cioè il pesce dove ce lo hai, in barca?
Pescatore: Sì.
Imparato: E no, stamattina no.

Cade la linea, ma due minuti dopo il pescatore richiama. E la conversazione si fa più esplicita:
Imparato: Sì, però il problema… stamattina dovremmo un attimo (incomprensibile) o meglio se puoi aspettare, hai capito?
Pescatore: Sì, ma io non entravo a prendere il caffè, aspettavo fuori a pulire la barca…(incomprensibile) capito?
Imparato: Scusami, non entravi dentro?
Pescatore: No, non entro lo lasciavo fuori (il pesce, ndr).
Imparato: Lasci tutte cose fuori?
Pescatore: Sì, sì, sì.
Imparato: Bravo, se entri magari vuoto va bene.

La giornata prosegue, i contatti pure. Alle 14,33 il cellulare del finanziere squilla di nuovo. È il pescatore, e il militare gli dà ragguagli: “Penso che tra una mezz’oretta ce ne andiamo pure. Alle 19,17, un’altra telefonata. Stavolta a chiamare è Imparato. Che si vanta: “Questa volta posso permettermi di dirlo, in senso amichevole, avanzo un altro po’ di tonno sott’olio”. Qualcosa, però, non va. Imparato viene riconvocato a Isola delle Femmine dal collega. Cosa sia successo lo dice il pescatore a Imparato alle 22,11:
Pescatore: È finita Tobì.
Imparato: Eh, porca troia, eh.
Pescatore: Incagghiammu (ci hanno scoperti, ndr).

Un informatore della Guardia di finanza aveva detto alle Fiamme gialle che un peschereccio che stava rientrando in porto. I finanzieri avevano atteso la barca e sequestrato i tonni. Cosa sia successo lo capisce anche Imparato, che il giorno dopo lo spiega al pescatore: “È stata tipo una segnalazione proprio mirata, mirata, mirata, mirata”. Di più: “La serpe sta in mezzo a voi”. La “serpe” è tra i pescatori. Ed è la persona che ha permesso che l’illegalità fosse scoperta.


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