AGRIGENTO – Ventiquattro anni e sei mesi di reclusione per duplice tentato omicidio, alcune cessioni di droga e due estorsioni aggravate ma assoluzione per un omicidio commesso in Belgio. Lo ha disposto la Corte di Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Alfonso Malato, nei confronti di Carmelo Vardaro, 47 anni, di Favara, unico tra gli imputati ad aver scelto il rito ordinario.
La vicenda è quella legata alla tristemente nota faida Favara-Liegi, una guerra tra clan caratterizzata da omicidi e attentati che ha insanguinato la provincia di Agrigento per quasi due anni. Vardaro era finito a processo con l’accusa di aver fatto parte del commando che nel settembre 2016 uccise a Liegi l’operaio empedoclino Mario Jakelich e attentò alla vita di Maurizio Distefano, scampato miracolosamente all’agguato.
Per questi reati Vardaro, difeso dall’avvocato Salvatore Virgone, ha incassato l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”. L’omicidio Jakelich, ad oggi, resta senza un colpevole dopo che la Cassazione nei mesi scorsi ha sancito la definitiva assoluzione anche di Antonio e Calogero Bellavia, ritenuti altri membri del commando.
Vardaro è stato però condannato per un duplice tentato omicidio, sempre nell’ambito della faida, avvenuto nel maggio 2017 a Favara. In quell’occasione rimasero feriti Carmelo Nicotra e lo stesso Maurizio Distefano, già obiettivo dei sicari nei mesi precedenti.
La Corte di Assise ha disposto un risarcimento nei confronti delle vittime dell’agguato, costituitesi parte civile tramite gli avvocati Salvatore Cusumano e Teresa Alba Raguccia, di 30 mila euro. L’accusa, sostenuta in aula dal sostituto procuratore della Dda di Palermo Alessia Sinatra, aveva chiesto la condanna di Vardaro a trent’anni di reclusione invocando, come poi avvenuto, l’assoluzione per l’omicidio Jakelich.