CATANIA – Una condanna a due anni e sei mesi di reclusione ed al pagamento delle spese processuali è stata comminata dal giudice monocratico della terza sezione del Tribunale di Catania all’agente della Polizia di Stato Rosario Rapisarda, ritenuto colpevole di calunnia e falsità ideologica nel processo avviato su una presunta aggressione che avrebbe subito il 18 febbraio del 2012 ad Acireale dal titolare di un bar e da sua moglie. Assolti, perché il fatto non sussiste, sia la coppia di coniugi, Paolo Rino Torre e Patrizia Santonocito – rinviato a giudizio il primo per oltraggio a pubblico ufficiale e, insieme con la moglie, per il rifiuto di farsi identificare – ed altri due agenti della Polizia di Stato, Aurelio Paratore e Giovanni Brischetto, che erano stati rinviati a giudizio per lesioni personali. La vicenda si svolse in un bar di Acireale. Per un problema nel ‘conto’ nacque una disputa tra Rapisarda, difeso dagli avvocati Enzo Mellia e Giuseppe Lo Faro, e il titolare dell’esercizio e sua moglie, assistiti dai legali Giuseppe Lipera e Grazia Coco. Lipera in una nota si dice ”soddisfatto della pronuncia del giudice, anche se aspetterà 60 giorni per il deposito delle motivazioni, per comprendere le ragioni che hanno spinto il Tribunale ad assolvere per il reato di lesioni i due poliziotti appartenenti al Commissariato di Acireale, stante che il Torre Rino Paolo quella tragica sera del 18/2/2012 è stato picchiato, come da referto rilasciato dal Pronto soccorso”. ”Auspico – conclude il legale – che la Procura Generale di Catania, che in sede di requisitoria ha richiesto la condanna degli altri due poliziotti, proponga appello solo al fine di ristabilire la verità”. (ANSA).
Ecco cosa ha deciso il giudice.
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