Giuseppe Falsone potrebbe trovarsi nel carcere di massima sicurezza di Milano Opera. Si tratta di un’indiscrezione, che non è stata, però, confermata dalle fonti ufficiali. La cosa certa è che il boss di Campobello di Licata non ha ancora avuto alcun colloquio con il suo legale, l’avvocato agrigentino Giovanni Castronovo. L’avvocato, nominato da Falsone pochi minuti dopo la sua estradizione, conferma che difenderà il boss, ma che non ha ancora avuto alcuna comunicazione in merito a un colloquio con il suo assistito. Da fonti investigative trapela che ci sarà ancora da aspettare, sicuramente fino all’interrogatorio di garanzia di Falsone, che dovrebbe svolgersi i primi di settembre. Il 24 agosto prossimo, invece, alla Procura di Roma sarà conferito l’incarico per la perizia dei computer e dei telefoni cellulari, trovati nel covo del boss a Marsiglia. Da quel momento, infatti, un team di esperti passerà al vaglio ogni elemento, anche quello apparentemente meno rilevante. Ci saranno da studiare decine e decine e decine di file, che il boss avrebbe salvato sul computer e che potrebbero condurre gli inquirenti dritti verso la rete di fiancheggiatori del boss. Giuseppe Falsone, che al momento dell’estradizione si è presentato agli inquirenti tranquillo, apparentemente collaborativo, aveva da anni un pallino per l’informatica. Abile tanto su skype, quanto a utilizzare i fogli elettronici excel – molta della sua contabilità, a tanti zeri, sarebbe stata così “appuntata” dal boss, già dai tempi del covo di Palazzo Adriano – Falsone potrebbe avere immagazzinato, tra computer e telefonini, un arsenale di dati. Le prossime settimane saranno cruciali per svelare i tanti, troppi misteri della primula rossa di Campobello di Licata, dell’uomo che, da sanguinario lupo solitario, si stava trasformando in un imprenditore alla continentale.
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