PALERMO – “Faraone non è un oracolo. Molte delle cose che dice, le ripetiamo da anni. Le dicevamo, ad esempio, anche quando lui guadagnava più del doppio del presidente del consiglio dei Ministri”. Il segretario generale della Cisl Fp Gigi Caracausi commenta così la diffusione del“decalogo di riforme” da parte del responsabile Welfare del governo Renzi. Un elenco di interventi composto, secondo ilsindacato, da proposte accettabili ma anche da qualche inesattezza.
“Intanto vorremmo dire all’onorevole Faraone – dice Caracausi – che invece di guardare solo alla dirigenza e alla burocrazia, andrebbe posta un’attenzione maggiore alla corruzione della politica, come dimostrato dall’ultima caso ‘Expo’, visto che a Faraone piace tanto parlare di Lombardia”. E in effetti, il deputato nazionale ha spesso confrontato la situazione dell’Isola con quella della Regione lombarda. Ma commettendo, secondo il leader siciliano dell Cisl Fp,qualche errore: “Prendiamo ad esempio i numeri sul personale. Non è vero che il ‘record’ spetta alla Sicilia. Dai dati diffusi dalla Ragioneria Generale dello Stato e relativo all’anno 2009, emerge ad esempio, che, con oltre 400 mila dipendenti pubblici è proprio la Lombardia a detenere questo primato, mentre la Sicilia viene dopo regioni come il Lazio, e la Campania. Per non parlare – aggiunge Caracausi – dei baby-pensionati. Anche in questo caso, a fare la parte del leone è la Lombardia. E vorremmo ricordare a Faraone che l’abolizione in Sicilia dei pre-pensionamenti, goduti anche da super burocrati regionali, in virtù dei privilegi previsti da uno “storpiamento” della legge 104, è anche merito del sindacato. Non ricordo, in quel periodo, particolare prese diposizioni sue e della politica in genere”.
Non per questo, però, secondo Caracausi, la Regione non necessita di interventi importanti nel settore pubblico: “Per risparmiare anche più di 50 milioni di euro – dice Caracausi – non serve alcuna riforma, ma basterebbe intervenire e subito sugli enormi sprechi ancora presenti. Penso alle consulenze e agli esterni, agli affitti da rinegoziare realizzando sedi uniche provinciali, e magari utilizzando i beni confiscati alla mafia. E ancora – aggiunge Caracausi – bisognerebbe intervenire sulle utenze, anacronistiche e maledettamente costose, in particolare quelle telefoniche. A questo proposito sarebbe auspicabile la creazione una centrale per glia cquisti (stile Consip) e procedere con la totale de materializzazione degli atti amministrativi. Infine – ha concluso Caracausi – bisogna intervenire sulle trasferte, abbassando i costi delle missioni”.
La Cisl Fp,d’altra parte, condivide alcune delle proposte di Faraone, come quella riguardante l’abolizione del’Aran Sicilia: “O si fa funzionare davvero – dice Caracausi – o è meglio congelarla e trasferire, magari, il personale che lavora lì alla Formazione. Del resto, questa è una battaglia che la Cisl combatte da tanti anni ormai. Sui permessi sindacali è opportuno ricordare che si riducono,anno dopo anno, dal 2010 e che solo quest’anno sono stati diminuiti del 25%”.
Ma il sindacato dice “no” agli attacchi nei confronti della categoria dei dipendenti regionali: “L’attacco alla “burocrazia”regionale – dice Montera– è diventato negli ultimi anni lo sport preferito da tutti. Come se la politica non avesse nessuna responsabilità. La tanto (giustamente) invisa legge 10 del 2000 – si chiede Caracausi – chi l’ha votata, se non l’Ars? Non è forse il caso di introdurre, in questa discussione, anche quella sui costi della politica? Dobbiamo stare attenti – precisa Caracausi – la precarizzazione dei dirigenti in linea di principio potrebbe tradursi in una maggiore ricattabilità del personale e altrettanto pericolosa può risultare, se figlia di pranzi, cene o banchetti della politica. Del resto, proprio in questi giorni ne abbiamo avuto un esempio concreto con la sostituzione di un dirigente bravo come Sergio Gelardi ai Beniculturali, frutto appunto delle diatribe politiche. La Cisl fp – aggiunge Caracausi – dice ‘no’ allo spoil system selvaggio ed allo scaricabarile. Questo non vuol dire che la Sicilia non abbia bisogno di una riforma della PA (richiesta a viva voce proprio dalla Cisl) e che siamo contrari a ogni intervento sulla burocrazia. Ma questi interventi, vadano almeno in una direzione: quella di legare le retribuzioni ai risultati,quantificabili nell’accelerazione dell’iter amministrativo e della spesa comunitaria, nella razionalizzazione e nell’abolizione degli sprechi veri. Per intenderci, si vada nella direzione di una vera e seria riforma che metta al centro i servizi da rendere ai cittadini ed alle imprese. Tutto il resto, – conclude Caracausi – è pura demagogia. Un classico, purtroppo, in campagna elettorale”.