"La mafia vuole entrare all'Ars | Ombre su Forza Italia e Pd" - Live Sicilia

“La mafia vuole entrare all’Ars | Ombre su Forza Italia e Pd”

Il candidato governatore punta il dito contro le candidature di Pellegrino e Sammartino.

PALERMO –  “La mafia sta puntando a infiltrarsi nelle liste dei partiti per entrare all’Ars”. È l’allarme lanciato stamattina da Claudio Fava, candidato alla presidenza della Regione e leader della lista “Cento passi per la Sicilia”, nella conferenza stampa di presentazione delle liste elettorali. A finire sotto i riflettori sono soprattutto i nomi di Riccardo Pellegrino, incensurato, candidato di Forza Italia a sostegno di Nello Musumeci e contestato per le parentele e le presunte frequentazioni mafiose; e quella di Luca Sammartino, candidato a Catania con Fabrizio Micari, discusso per l’amicizia con Lorenzo Leone, incensurato, il cui fratello Gaetano, condannato definitivamente per associazione mafiosa, è ritenuto vicino alla cosca Santapaola. Sammartino ha annunciato querela. Lorenzo Leone ha sempre sottolineato di non avere alcun rapporto con il fratello “che è da anni in carcere”, la magistratura ha archiviato l’inchiesta per voto di scambio a suo carico. In entrambi i casi non è stato commesso alcun reato, ma Fava solleva il “principio di opportunità” che dovrebbe portare i partiti a evitare la candidatura di esponenti “chiaccherati“.

“Non basta la legge Severino e il cartellino penale – spiega Fava – per dichiarare impresentabile un candidato. Occorre tenere conto anche delle frequentazioni mafiose che lasciano tracce pesanti nel suo percorso politico. Se sarà confermata la candidatura di Pellegrino in Forza Italia sarà un fatto gravissimo. Se io fossi stato Musumeci avrei detto alla coalizione di scegliere tra lui e me”.

Quella di Riccardo Pellegrino è una candidatura che sta creando più di un imbarazzo all’interno della coalizione guidata da Nello Musumeci, che a più riprese aveva invocato “liste pulite”. Appello rimasto inascoltato a detta di Fava. Riccardo Pellegrino è fratello di Gaetano, imputato di associazione mafiosa nel processo “Ippocampo”. Ha già scontato una condanna definitiva per estorsione ed è stato condannato a 4 mesi di reclusione in primo grado per minacce al pentito Viola.

Fava spiega che il fratello di Pellegrino è conosciuto come “U funciutu” ed è ritenuto dagli inquirenti “punto di riferimento per la cosca catanese” di Nuccio e Santo Mazzei, boss entrambi al 41bis. Sotto accusa è proprio la frequentazione dei Pellegrino con Carmelo Mazzei, incensurato figlio del boss Nuccio Mazzei. Pellegrino, ex esponente del gruppo di Forza Italia al Comune di Catania è stato indagato per voto di scambio ma il Gip ha archiviato l’inchiesta accogliendo la richiesta della Procura guidata da Carmelo Zuccaro.

Fava ricorda l’episodio di tre anni fa quando, alla vigilia delle elezioni regionali, Riccardo Pellegrino, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale, accompagnò Carmelo Mazzei alla redazione catanese di LiveSicilia per contestare un articolo sul padre, allora tra i latitanti più ricercati in Sicilia. Mazzei si presentò come il figlio del boss Nuccio Mazzei e la redazione chiamò la Guardia di Finanza. Si evitò il peggio, perché “non si trattava di una visita di cortesia”, ricorda il leader di Cento passi per la Sicilia. In quell’occasione Pellegrino fu intercettato, mentre si diceva “orgoglioso” di vivere nel quartiere S. Cristoforo, roccaforte dei Santapaola. E’ lo stesso Fava a riportarne il contenuto: “Com’era bello il tempo in cui i veri mafiosi ci permettevano di governare i territori. Non come adesso in cui c’è solo micro delinquenza”. E a questo aggiunge le dichiarazioni di Salvatore Viola, ex sicario del clan Santapaola e collaboratore di giustizia, che accusa Pellegrino di aver usufruito dei voti della mafia catanese del clan dei “carcagnusi”, ma l’inchiesta, come detto, è stata archiviata. “Sono cose note – prosegue Fava – nessuno si può stupire. Su queste informazioni il 17 gennaio 2016 ho inviato una lettera al Prefetto di Catania e presentato un’interrogazione al ministro degli Interni Alfano”.

L’altro nome indicato da Claudio Fava è quello di Luca Sammartino, deputato uscente all’Ars e candidato a Catania con Fabrizio Micari. Fava lo accusa per il rapporto con Lorenzo Leone, presidente della municipalità Librino – San Giorgio, fratello di Gaetano Leone, quest’ultimo condannato definitivamente per associazione mafiosa ed estorsione, e punto di riferimento del clan Santapaola. Porta a supporto le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Davide Seminara, ma l’inchiesta, è bene precisare, è stata archiviata dalla magistratura che non ha ritenuto sussistere alcun addebito a carico di Lorenzo Leone.  Quest’ultimo, attraverso un sms, in questi giorni di campagna elettorale ha chiesto a tutti i cuoi contatti voti per Sammartino. “Vi aspetto nella sede di Zia Lisa seconda (dove Leone ha un patronato n.d.r.) – è il contenuto del messaggio – in vista delle elezioni regionali. Il nostro candidato è Luca Sammartino…”.

“Sono vicende di cui ho informato la prefettura di Catania, chiedendo un accesso al Comune, e il ministro dell’Interno già diciotto mesi fa. Che il signor Pellegrino possa impunemente essere candidato all’Ars, nonostante legami familiari e appoggi elettorali-mafiosi, è irricevibile. E ci stupisce che Nello Musumeci, che segnalò la vicenda alla Commissione antimafia nazionale quasi due anni fa adesso subisca l’oltraggio di questa candidatura. Al suo posto io avrei detto: o Pellegrino o me”.

Per il candidato Governatore occorre andare oltre la legge Severino: “Da anni si tollera all’interno di alcune assemblee elettive la presenza di personaggi che raccolgono il voto mafioso e lo rivendicano”. E lancia una stoccata a Musumeci che “predica come Gesù, però si lascia imporre nomi e liste. Non si può più tollerare tutto questo. Si deve decidere da che parte stare. Altrimenti non avremo più titolo per dire che la lotta alla mafia è una priorità”.

In chiusura c’è spazio anche per una battuta sulle difficoltà tutte interne al centrosinistra, con le ultime notizie che danno come prossima al ritiro la lista “Il Megafono” di Crocetta. Fava la definisce una lista con “le pile scariche” e bolla quella di Micari un “fiasco gentile”, facendo il verso allo slogan elettorale del candidato di centro sinistra. Anche se per il vicepresidente dell’antimafia, con l’appoggio di Alfano sarebbe più corretto parlare di “una coalizione di necessità, in cui alcuni candidati si turano il naso”.

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