CATANIA – “Fermiamo i 109 licenziamente palesemente illegittimi”. È l’urlo dei dipendenti della Circumetnea che, non sentendosi più tutelati dai sindacati concertativi (cgil, cisl, uil, cisal, confsal e ugl), hanno scelto di costituirsi in un comitato di base aderendo alla confederazione Cobas.
I lavoratori, se da un lato sono consapevoli dell’importanza strategica del servizio operato dalla ferrovia circumetenea nel territorio, anche grazie all’operatività dei dipendenti, dall’altro ritengono che il loro impegno non venga ben riconosciuto dall’azienda stessa. Un terzo di loro rischia, difatti, il licenziamento dopo più di tre anni di lavoro continuativo.
I cobas pongono, dunque, l’accento sulla drammatica situazione occupazionale di oltre cento dipendenti della ferrovia circumetnea che, inquadrati con un contratto a tempo determinato, stanno progressivamente perdendo il loro posto di lavoro.
“In questo grave momento di crisi economica – spiegano – è inconcepibile come l’amministrazione delle ferrovia circumetenea possa operare scelte così scellerate, mentre il proprio organico è sottodimensionato e il bilancio è in attivo, costringendo i lavoratori a scendere in stato di agitazione e a programmare azioni di protesta tendenti a fare rispettare i diritti acquisiti”.
“Contestualmente – continuano – denunciamo la passività complice delle maggiori sigle sindacali e la direzione dell’azienda per la dismissione dei lavoratori precari che hanno, invece, diritto al contratto di lavoro a tempo determinato, lasciando sin da adesso, impianti come quello della metropolitana privi di personale addetto alla manutenzione degli elettrotreni, compromettendo seriamente la sicurezza dell’esercizio. Sicurezza intaccata anche per quanto riguarda la linea ferroviaria di superficie in quanto, ad oggi, sono stati licenziati circa 10 operatori”.