Ferrandelli, ora la corsa è in salita | Ma i partiti: “Non deve ritirarsi” - Live Sicilia

Ferrandelli, ora la corsa è in salita | Ma i partiti: “Non deve ritirarsi”

Raciti: garantista, a differenza sua. Micciché: giustizia a orologeria. Corrao: chiarisca o lasci

Dopo l'avviso di garanzia
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PALERMO – Tutti ufficialmente scelgono la via del garantismo più ortodosso. Tutti, o quasi. “Se Fabrizio Ferrandelli non riesce a chiarire la sua posizione prima che la campagna elettorale entri nel vivo, sarebbe opportuno un suo passo indietro”. Da Bruxelles è l’eurodeputato del Movimento Cinque stelle Ignazio Corrao a chiedere al candidato sindaco che ha ricevuto ieri un avviso di garanzia, di ritirarsi dalla competizione. “Se è estraneo come dice di essere – rincara Corrao – si affretti ad allontanare tutti i dubbi. Altrimenti sarà costretto a correre con un’ombra enorme sul proprio operato”.

Insomma, la forza politica che ha recentemente escluso l’avviso di garanzia come motivazione sufficiente all’espulsione dal movimento, nel caso di Ferrandelli mostra il pugno duro. C’è l’ipotesi dell’accusa, probabilmente, il voto di scambio “politico-mafioso” a far propendere per quella dichiarazione più sbilanciata verso un approccio tradizionalmente giustizialista. Altrove, invece, le parole sono d’altro segno. Anzi, a volersi spingere agli antipodi del pensiero dell’eurodeputato grillino, ecco la dichiarazione-choc del commissario siciliano di Forza Italia Gianfranco Micciché: “A pensar male – ha detto – si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. L’avviso ad orologeria che ha raggiunto Fabrizio Ferrandelli ci lascia alquanto perplessi circa l’atteggiamento di certa magistratura”.

Un avviso a orologeria, secondo Micciché. A gettare nuove ombre su una campagna elettorale appena iniziata. E il pensiero del leader azzurro è condiviso da altri militanti di Forza Italia. Vincenzo Figuccia, ad esempio, vicecapogruppo all’Ars, nei mesi scorsi ha ricevuto, in occasione di un suo sciopero della fame di fronte Palazzo d’Orleans, la visita proprio di Ferrandelli. Oggi lo difende: “Provengo da una cultura – ha detto – che non è e non sarà mai giustizialista. Ferrandelli oggi resta, per me, l’unico candidato credibile per battere Orlando. Ritirarsi? Non credo che lo dovrebbe fare: Fabrizio deve solo guardare dentro se stesso, e se è sereno deve andare avanti. La sua prima reazione mi fa pensare bene, del resto. Se poi – aggiunge – dovessero emergere altri fatti o dovessero confermarsi i dubbi, ovviamente le cose cambierebbero radicalmente”. E nelle parole di Figuccia, oltre alla difesa del candidato “civico” di fronte alla vicenda giudiziaria, c’è un vero e proprio endorsement che rispecchia, del resto, un’area assai ampia in Forza Italia. Che sembra non aver mai interrotto il dialogo con Ferrandelli e che non coltiva con entusiasmo l’ipotesi della candidatura del presidente dell’Ordine degli avvocati Francesco Greco.

Un candidato che non piace, del resto, nemmeno a quella che – in maniera generica – si può definire “l’anima cuffariana” della Sicilia. Che già tramite le parole dell’ex governatore di Raffadali aveva indicato Ferrandelli come candidato credibile. E che anche in queste ore contraddistinte dalle cronache giudiziarie, sembra non aver perso la fiducia nell’ex deputato regionale.

E il Pd? Il partito, pochi giorni fa, insieme agli altri alleati, ha scelto di virare su Orlando con una fortunatissima tempestività. E così, da quel momento, Ferrandelli è diventato il “nemico giurato”, il “traditore” che ha annunciato pubblicamente di non voler rinnovare la tessera Dem, imboccando così il portone d’uscita dal partito, dopo avere già lasciato Palazzo dei Normanni. Ma anche i suoi ex “compagni” nelle ore calde della notizia sulle indagini si mostrano cauti, non risparmiando, però, qualche frecciata. È il caso del segretario regionale del Pd Fausto Raciti: “Non mi pronuncio – ha detto – su cose che non conosco. A differenza di Ferrandelli, comunque, ho sempre un atteggiamento garantista mantenendo pieno rispetto nel lavoro dei magistrati”. Insomma, anche la dichiarazione garantista può tornare utile per scavare nuovi solchi, segnare nuove differenze. E le parole di Raciti sembra fare da canovaccio a quella del segretario provinciale del partito a Palermo, Carmelo Miceli, tra i meno “felici” del sostegno a un candidato, Leoluca Orlando, col quale ha a lungo polemizzato negli ultimi anni. “Alcuni pensavano – ha detto – che avrei potuto cogliere la palla al balzo per vendicare il Partito contro chi lo ha tradito di recente. Niente di tutto questo. Rimango garantista e, a prescindere dalla collocazione dei soggetti diversamente coinvolti – prosegue – continuo a considerare ogni persona sottoposta a procedimento penale innocente fino a prova contraria e a sentenza definitiva. E a chi mi ha detto che, in fondo, le vicende odierne riguardano solo esponenti dell’antipolitica, rispondo invece che oggi è giorno un giorno triste per la politica. Tutta”. Il riferimento era anche indirizzato al Movimento cinque stelle: ieri anche i periti del tribunale hanno dichiarato “false” le firme raccolte nel corso delle ultime Comunali. Ma proprio da Bruxelles, è grillina l’unica voce che oggi chiede a Ferrandelli di ritirarsi dalla corsa.


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