PALERMO- Fabrizio Ferrandelli ha l’impronta dell’accidente nascosto nel cuore di una gioia a portata di mano. Per esempio: aveva vinto le primarie di Palermo, ma sulla strada di una sindacatura probabile si intromise una antica macchina da guerra, il Professore Leoluca Orlando. Il resto è storia: Fabrizio andò a sbattere di faccia contro il colosso Leoluca e i suoi sogni di gloria giovanilisti si frantumarono, sbriciolati dal muro di un invincibile richiamo da Primavera. Oggi Ferrandelli vince. Trionfa a Palermo città nella lista del Pd e prenota un seggio all’Ars. Indubbiamente, ha saputo giocare bene le sue carte, trasformare la delusione cocente per le comunali in risorsa, smaltire l’amarezza personale – che pure avrà provato – in un trampolino di lancio. Un politico accorto si comporta così. Tuttavia pure stavolta il destino gli ha serbato un tiro mancino nell’ora della soddisfazione.
Racconta l’Ansa: “L’arrivo di Fabrizio Ferrandelli, uno dei candidati più votati della lista del Pd a Palermo, e sicuramente eletto deputato regionale, al comitato elettorale di Crocetta è stato accolto da cori da stadio. Con lui sono arrivati molti giovani che a un certo punto lo hanno preso per farlo saltare in aria. L’ex candidato a sindaco di Palermo ha sbattuto il capo contro il soffitto ma senza riportare conseguenze. Si è subito ripreso festeggiato dagli amici che lo hanno a lungo applaudito”.
Ecco. A metà tra Enzo Bearzot che sbaciucchiava Zoffgentilecabrini in quel del Santiago Bernabeu e Oronzo Canà che, visibilmente turbato, strilla all’indirizzo dei paciosi tifosi, mentre lo innalzano verso il cielo: “Mi avete preso per un coglione”. “No – di rimando – per un eroe”. E Oronzo: “Mi avete preso per un coglione”, alludendo alla sostanza fisicissima e non metaforica del fatto.
Un bernoccolo e nulla più per Ferrandelli. Prosit e morale della favola: vince sempre il muro, anche se non si chiama Orlando.