La terza sezione della Corte di appello di Palermo ha deciso una diminuzione delle pene per quasi tutti gli imputati del processo a carico di sedici presunti fiancheggiatori del boss latitante Giuseppe Falsone, nel troncone abbreviato della maxi inchiesta Camaleonte, in cui finirono in manette presunti boss e gregari di Cosa nostra agrigentina. La Corte ha quindi parzialmente riformato la sentenza emessa il 18 luglio del 2008 dal Gup di Palermo. Confermate le assoluzioni decise in primo grado per i favaresi Giovanni Morreale e Salvatore Sorce. Calogero Costanza è stato condannato a 6 anni (10 anni in primo grado), Francesco Morreale a 6 anni e 2 mesi (9 anni), Calogero Di Gioia a 6 anni (9 anni), Gioacchino Licata a 8 anni e 8 mesi (12 anni), Vincenzo Cipolla a 5 anni (9 anni), Francesco Cipolla a 3 anni (7 anni), Antonio Bellavia a 4 anni (8 anni), Giuseppe Rizzo a 6 anni e 2 mesi (8 anni), Antonio Giaccone a 5 anni (6 anni), Vincenzo Piraneo a 4 anni (6 anni), Vincenzo Sorce a 3 anni (4 anni) e il pentito Maurizio Di Gati 1 anno e 4 mesi (2 anni). Confermate, infine, le pene per Cesare Lombardozzi (15 ann) e Giovanni Motisi (12 anni). Antonio Bellavia e Francesco Cipolla sono stati scarcerati: la riduzione della pena è stata decisa per effetto della riqualificazione del reato da associazione mafiosa a favoreggiamento aggravato; Vincenzo Cipolla e Giuseppe Rizzo, imputati di associazione mafiosa, sono stati riconosciuti colpevoli solo di concorso esterno. I quattro imputati sono stati difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo, Rosalba Di Gregorio, Raffaele Bonsignore, Franco Marasà, Giuseppe Barba e Roberto Tricoli.
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