Pensavo fosse amore e invece era un calesse. È questo lo stato d’animo con il quale i sindacati sono usciti oggi dall’ennesimo incontro al ministero dello Sviluppo economico con Invitalia, Fiat e Dr Motor per la riconversione industriale dello stabilimento siciliano di Termini Imerese. Quello che era stato presentato, infatti, come un incontro decisivo si è chiuso con un nuovo rinvio al prossimo 30 novembre. “È stato un incontro interlocutorio – dice Eros Panicali della Uilm -. Abbiamo preso atto dell’impegno del ministero e di Invitalia a lavorare in questa settimana per vedere se si riescono a mettere insieme tutti i tasselli per arrivare a un accordo. Non c’è assolutamente di nuovo”.
Più dura la posizione della Fiom che, per bocca del suo segretario nazionale Enzo Masini, accusa la Fiat di irresponsabilità. Il Lingotto, spiega, “non ha voluto quantificare né il numero dei lavoratori che potrebbero usufruire degli incentivi alla mobilità né gli importi che dovrebbero essere corrisposti. Dovrebbe avere la responsabilità di facilitare le posizioni in campo perché senza un accordo sugli incentivi il piano industriale presentato da Dr Motor non avrebbe i presupposti finanziari per proseguire”. Quindi, ha evidenziato Masini, “domani decideremo con i lavoratori le iniziative da prendere”, lavoratori che, ha aggiunto, “si aspettavano oggi una soluzione”. Il nodo resta quello degli incentivi alla mobilità per l’accompagno alla pensione e a riguardato, ha spiegato il sindacalista, “la Fiat non sta favorendo una soluzione, con la pretesa di sconto rispetto a quanto normalmente applica”. Sulla questione la Regione Siciliana si è detta disponibile per arrivare ad una soluzione positiva della vertenza ad intervenire con strumenti anche aggiuntivi rispetto a quelli su cui Fiat ha mostrato un’apertura.
Ed anche in questo caso la Fiom mostra delle perplessità: “Trovo un po’ strano, quando parliamo di una grande azienda come Fiat – ha sottolineato Masini – che per risolvere la situazione si debba far ricorso al denaro pubblico”. A questo punto, ha continuato, “se c’è qualcuno che vuole fare beneficenza alla Fiat… però allora Marchionne la smetta di dire che non chiede i finanziamenti pubblici”. Anche perché si parla di cifre “inferiori a quanto prende l’a.d. di Fiat in un anno”.
Di “passi avanti” ha parlato l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri: “Abbiamo sancito, una volta per sempre, che ad accedere agli incentivi saranno solo quei lavoratori che al termine dei 4 anni di cassa integrazione avranno maturato i requisiti per la pensione”, ha spiega al termine della riunione di oggi. “Si chiarisce, dunque, che non sarà consentito nessun ulteriore accesso volontario alla mobilità”. Adesso una ulteriore settimana di riflessione e poi il nuovo incontro al quale parteciperà anche il ministero del Lavoro e che l’advisor spera “possa sancire la conclusione della prima fase dell’accordo”, senza dimenticarsi “che è urgente iniziare anche la seconda fase, ossia quella dell’insediamento di Dr Motor”.
Domani, intanto, è l’ultimo giorno di produzione piena al polo di Termini Imerese. Poi seguirà un periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, data in cui il Lingotto lascerà la Sicilia. Per questo gli operai si riuniranno in assemblea davanti i cancelli della fabbrica in entrambi i turni di lavoro (dalle 9.20 alle 11.20 e dalle 14 alle 16). Saranno presenti il leader della Fiom Maurizio Landini, il segretario nazionale e il coordinatore nazionale della Uilm Eros Palicali e Gianluca Ficco.