”La Sicilia rilanci un territorio fortemente segnato dalla sfiducia”: con questo appello la Chiesa ribadisce il suo sostegno agli operai di Termini Imerese, lo stabilimento siciliano della Fiat che dal 2012 non produrra’ piu’ auto, mettendo a rischio il posto di lavoro dei suoi dipendenti. Domenica scorsa, l’arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza episcopale siciliana Paolo Romeo ha incontrato una delegazione di sindacalisti e lavoratori di Termini, assicurando il sostegno della Chiesa. Che e’ stato ribadito, ai microfoni di Radio Vaticana, da padre Francesco Anfuso, arciprete del Duomo di Termini Imerese. ”La regione Sicilia ritrovi una certa capacita’ per riordinarsi e rilanciare un territorio fortemente segnato dalla sfiducia”, e’ stato l’appello di Anfuso, secondo cui ”non si puo’ dimenticare” che, oltre a quello di Termini Imerese ci sono ”altre zone industriali della regione nelle stesse consizioni”. La solidarieta’ per gli operai della Fiat e’ ”costante”, ha spiegato Anfuso: ”Le famiglie ritrovano nella Chiesa un’ancora per trovare delle soluzioni e la Chiesa cammina con loro, momento per momento”. Ribadendo quanto detto dall’arcivescovo Romeo, che nell’omelia di Natale aveva fatto un appello alla responsabilita’ di ciascuno, padre Anfuso ha invitato la Fiat ”a raccordarsi bene con i politici locali” e i sindacati a ”vigilare perche’ la corresponsabilita’ dell’operaio deve essere evidente sia con i politici che con la Fiat”. Ed e’ proprio ”questo raccordarsi insieme che viene a mancare”, ha concluso l’arciprete.
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