PALERMO – È un grande cantiere diffuso in tutta la città, quello per l’installazione della rete informatica ad alta velocità Open Fiber. Non è ingombrante come quelli per il passaggio di treni nel centro cittadino e non comporta l’isolamento di zone intere per mesi, ma tutti i palermitani incappano regolarmente nelle transenne per la stesa dei cavi in fibra ottica o nella caratteristica striscia rosa che dopo i lavori segna l’asfalto anche per più di un mese. E proprio il livello di copertura dei lavori, presenti in tutta la città, ha portato diversi cittadini e consiglieri di circoscrizione a segnalare problemi al manto stradale.
Il progetto di cablaggio della rete ad alta velocità Open Fiber prevede l’installazione di duemila chilometri di cavo in fibra ottica. All’appalto, dal valore di circa 90 milioni di euro, lavorano ogni giorno tra i novecento e i mille operai al giorno in tutte le zone della città, impegnati nel collegamento delle abitazioni palermitane a una rete in fibra ottica. La tecnica impiegata è quella del “One day dig”, ovvero lo scavo di piccole trincee di 15 centimetri di larghezza che permettono di aprire il manto stradale, stendere la fibra e ricoprire il tutto con una malta speciale nel giro di un giorno. Proprio alla malta, che protegge i cavi e impiega tra i 30 e i 90 giorni per assestarsi, è dovuto il colore rosa apparso sul manto stradale in tutti quartieri. Solo dopo che la malta si è assestata la cicatrice rimasta sull’asfalto può essere coperta, un tempo di attesa che ha portato la città a diventare una ragnatela di piccoli fossi rosa.
“Moltissimi i presunti vantaggi per la città, che alla fine sarà di certo fra le più tecnologiche d’Italia, ma non si poteva davvero fare meglio?”: Sabrina Figuccia, consigliere comunale dell’Udc, denuncia in una nota i “disagi per i palermitani, costretti ogni giorno a fare lo slalom fra scavi, rattoppi e vere e proprie voragini sul manto stradale. Nell’accordo sottoscritto con il Comune – continua Figuccia – si sarebbero dovuti definire modalità e tempi di lavoro certi e tecniche di posa innovative, come ad esempio il ‘No dig’ che non prevede il ricorso agli scavi tradizionali a cielo aperto e che viene utilizzato in molte altre città”.
Interpellati dal Comune, racconta ancora Figuccia nel suo comunicato, i responsabili di Open Fiber hanno risposto con una nota: “Abbiamo segnalato alle nostre imprese appaltatrici le criticità rilevate, con particolare riferimento al rispetto della normativa esistente in materia di sicurezza stradale. Per limitare i disagi alla cittadinanza, nei prossimi lavori di scavo, abbiamo dato disposizione alle nostre imprese di limitare, al minimo tecnico, l’intervallo di tempo occorrente tra gli scavi e il ripristino definitivo del manto stradale e di apporre i divieti di sosta 48 ore prima dell’inizio lavori, secondo le prescrizioni delle ordinanze comunali, indicando nel cartello di cantiere il giorno esatto di inizio lavori”.
Le regole per l’apertura dei cantieri per la fibra ottica sono ribadite nelle ordinanze che il Comune periodicamente emette per autorizzare i cantieri. In particolare, Enel Open Fiber, società impegnata nei lavori, deve “collocare oltre alle opportune transenne a delimitazione dell’area di cantiere anche la necessaria segnaletica stradale d’inibizione e deviazione del traffico veicolare”, e deve segnalare il cantiere 48 ore prima dell’inizio degli scavi.