Filoteo, il poeta che ama Etna |Opere "scovate" in Vaticano - Live Sicilia

Filoteo, il poeta che ama Etna |Opere “scovate” in Vaticano

Giuseppe Manitta, dopo anni di ricerche, riporta alla luce, un codice contenente 300 componimenti dell’autore siciliano, ritenuti perduti.

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CATANIA – E’ stato il coro dei Benedettini ad ospitare l’incontro su uno degli autori siciliani più importanti del ‘500, Antonio Filoteo Omodei organizzato dal Comitato della Dante Alighieri. Il presidente Dario Stazzone e il professore di filologia della Letteratura Italiana dell’Ateneo catanese, Antonio Di Silvestro. hanno dialogato con lo studioso del Filoteo, Giuseppe Manitta, sulle sue ultime scoperte dall’archivio Vaticano.

“Antonio Filoteo nasce anteriormente al 1517, purtroppo non abbiamo la data di nascita; studia all’università di Catania Diritto civile ed ecclesiastico – dice Giuseppe Manitta. Per secoli si ritiene dubbia la sua origine, ma dalla descrizione della Sicilia si evince chiaramente che nacque a Castiglione di Sicilia. Alla fine degli anni ’40 del Cinquecento, si trasferisce a Roma per seguire alcune cause legate alla famiglia Gioeni – continua Manitta – ed è lì che si inserisce in un circuito di intellettuali di primo piano: Annibal Caro, Dolce Gacciola, Giovan Battista Giraldi Cinzio. Dagli archivi segreti del Vaticano salta fuori il suo coinvolgimento nel processo d’inquisizione contro Niccolò Franco, processo che porterà alla morte l’intellettuale”.

Il Filoteo si rivela un autore importante non solo per aver scritto sulla storia della Sicilia e dell’Etna (è autore di Aetnae Topographia), ma anche come poeta di grande rilievo. Giuseppe Manitta, dopo anni di ricerche sul Filoteo riporta alla luce, proprio dagli archivi Vaticani, un codice della Biblioteca Apostolica Vaticana: il Capponiano 139 in cui vengono riportati quasi 300 componimenti poetici dell’autore siciliano ritenuti perduti.

Tutte le poesie sono dedicate a una donna che si chiama come il vulcano: Etna. Il legame con Catania del Filoteo è testimoniato sia dagli studi universitari che dai due manoscritti custoditi dalla Biblioteca Regionale Universitaria che riguardano la genealogia della famiglia Gioeni e la traduzione della Storia di Sicilia di Ugo Falcando.

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