PALERMO – Procede con lentezza l’esame della manovra finanziaria. I deputati riuniti a Sala d’Ercole da questa mattina hanno finora approvato tre soli articoli del ddl stabilità. “Una cosa abbastanza ridicola considerando che la finanziaria è stata scritta a quattro mani da maggioranza e opposizione”, si sfoga un onorevole a taccuini chiusi.
Via libera alla norma sui forestali
La mission della squadra capitanata da Renato Schifani, presente in aula, è quella di chiudere la pratica entro venerdì. Una delle tre norme cha ha ottenuto il via libera riguarda i forestali (articolo 4). Si sblocca così uno stanziamento di 174,3 milioni di euro per il 2023, 22,5 milioni per il recepimento del contratto collettivo nazionale di lavoro riguardante gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, di cui 7.9, milioni per gli arretrati contrattuali spettanti per il 2021 e il 2022 e, per gli esercizi finanziari 2024 e 2025, la spesa di 14,5 milioni di euro comprensiva degli oneri contributivi e dell’imposta regionale sulle attività produttive. Esulta l’assessore Luca Sammartino. “Sui forestali finalmente in Sicilia si lavora ad una grande riforma. Ringrazio il Parlamento siciliano per avere dato il via libera alla norma che stanzia 174 milioni di euro nel 2023 che consentirà l’impiego del personale in maniera certa e secondo criteri legati alla progettazione degli interventi, modalità quest’ultima che permette l’utilizzo di risorse extra regionali”, dice. “Con il presidente Renato Schifani ci siamo intestati una revisione complessiva del settore che nei prossimi mesi prenderà corpo. Intanto abbiamo raggiunto un obiettivo che dà dignità al comparto: è stato approvato dall’Ars nil recepimento del contratto collettivo nazionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria stanziando per il 2023 oltre 22 milioni anche per gli arretrati dei due anni precedenti e oltre 14 milioni di euro per il trattamento del 2024 e 2025”, argomenta l’assessore.
Disco verde per Asu ed ex Pip
Disco verde anche per la norma (articolo 6) che prevede il raddoppio del sussidio per i circa 4 mila lavoratori Asu che prestano servizio presso il Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con l’aumento dell’orario di lavoro. Lo stanziamento ammonta a 14 milioni di euro. Il governo però è andato sotto su due sub-emendamenti delle opposizioni che costringono l’esecutivo, che aveva espresso parere contrario così come la commissione Bilancio, a stanziare i fondi non solo per il 2023 ma anche per il 2024 e il 2025 per gli Asu dei beni culturali e per quelli enti locali.
Il primo sub-emendamento ha avuto 29 voti a favore e 26 contrari, il secondo 31 a favore e 30 contro. Soddisfatto il commento del capogruppo del M5S Antonio De Luca (primo firmatario insieme alla collega Roberta Schillaci). “Il risultato del voto palese da me richiesto – dice Antonio De Luca – ha mandato sotto la maggioranza facendo così approvare quello che non esito a definire un atto di civiltà in attesa della stabilizzazione di questi lavoratori. Successivamente la pratica è stata reiterata sull’emendamento successivo che riguarda gli Asu degli enti locali, garantendo loro l’appostamento sul bilancio triennale”.
Incassano un risultato importante i gruppi Sud chiama Nord e Sicilia Vera. In aula è stato approvato l’emendamento presentato dai due gruppi parlamentari che prevedeva l’aumento delle ore per i lavoratori Asu degli enti locali ottenendo la copertura finanziaria per il triennio 2023- 2025. “Grazie al nostro contributo – affermano i deputati dei due gruppi parlamentari – oltre 4 mila lavoratori Asu impiegati presso gli enti locali potranno lavorare serenamente per i prossimi anni. La nostra proposta è stata approvata con 31 voti a favore, 30 quelli contrari. Abbiamo dato così un segnale forte di vicinanza ad una categoria di lavoratori che è sempre stata bistratta e che rischiava di subire per l’ennesima volta una discriminazione ingiustificata.”
Via libera anche per l’articolo 7 (relativo alle misure disostegno al reddito, un finanziamento da 48 milioni di euro per esercizi finanziari 2023, 2024 e 2025 che comprende le cifre necessarie per consentire l’adeguamento ISTAT dell’indennità prevista per i lavoratori ex Pip). Sono stati accantonati, per il momento, l’articolo 1 (relativo alle risorse destinate agli enti locali), il 2, il 3 (misure a sostegno dell’Arpa) il 5 (trasporto marittimo).