PALERMO – La Finanziaria è appena arrivata a Sala d’Ercole, ma è già stata sepolta da critiche e accuse. Nella seduta di oggi si è svolta la discussione generale del testo. Discussione nata già tra le polemiche, sulla necessità di recuperare nel testo alcune norme, come quella relativa alla fusione tra Cas e Anas. Ma dopo una conferenza dei capigruppo, sono state riammesse solo due norme tecniche volute dal governo che concedono una proroga per la spesa relativa ai bandi della ex Tabella h, e per quella della programmazione europea. si è poi deciso di incardinare anche il cosiddetto “collegato”, pieno di norme alle quali i deputati sembrano tenere particolarmente e al quale hanno legato il proprio voto a una Finanziaria sulla quale, però, dicevamo, sono piovute critiche fortissime. Che nel caso del deputato di Forza Italia Milazzo sono giunte alla richiesta di “bocciare questa legge e andare tutti al voto”.
Lungo l’elenco di “errori” presentato dal capogruppo dell’Mpa Roberto Di Mauro: “Tutti gli sforzi fatti in precedenza per la riduzione della spesa, rischiano oggi di essere vanificati. Tra questi, – spiega – l’articolo che elimina l’elenco delle cosiddette ‘società partecipate strategiche‘. Questa è una cosa insopportabile, visto che c’è il rischio che adesso queste crescano. Viene eliminata poi – ha aggiunto – la riduzione del compenso del 30 per cento degli amministratori, ma viene conteggiato sulla base della società. Allarghiamo le maglie insomma per dare un contentino a chi è chiamato a svolgere un ruolo di sottogoverno”. Dubbi anche sull’operazione riguardante il Fondo pensioni e l’acquisto degli immobili”.
Per il capogruppo del Pid-Grande Sud, Toto Cordaro “dentro questa Finanziaria è rimasto davvero poco. Ma quel poco che c’è, mi auguro diventi qualcosa di concreto. Sui disabili, ad esempio – ha detto – attendiamo che questi 100 milioni di cui si parla, vengano approvati. Sulla Formazione poi non si può pensare di chiamare a lavoro altra gente prima di aver ridato il lavoro alle centinaia di persone estromesse dal settore. Crocetta – ha aggiunto – firmi l’accordo per sbloccare i 162 milioni che darebbero una boccata d’ossigeno a Comuni ed ex Province. Queste finanziarie, per il resto, non hanno una sola misura di crescita. E sono il simbolo del fallimento politico del presidente Crocetta e della sua maggioranza”.
E la conseguenza di questo fallimento, per il deputato di Forza Italia Giuseppe Milazzo non può che essere una: “Bocciamo questa Finanziaria, sciogliamo il parlamento e si voti subito. E ci liberiamo di un solo colpo di tanti problemi, sia tecnici che politici. Questa non è una provocazione, – ha aggiunto Milazzo – è una proposta. Così finisce tutto, da Crocetta ad Ardizzone, da Fiumefreddo a Ingroia. Via a tutto il carrozzone. Questa è una lunga agonia”. “Milazzo chiede di bocciare la Finanziaria? Noi – ha detto il deputato del Movimento cinque stelle Francesco Cappello – lo abbiamo fatto nei quattro anni precedenti: lo facciano tutti e mettiamo fine a questa esperienza”.
E l’idea di vivere in una continua emergenza è stata espressa anche dalla deputata di Grande Sud Bernadette Grasso: “Non è possibile – ha detto- andare avanti mettendo pezze ovunque, come stiamo facendo adesso per i disabili, dopo anni in cui non si è stati capaci di programmare le somme. E adesso si chiede ai Comuni di togliere dai propri bilanci il dieci per cento dei fondi per garantire quei servizi, mentre ad esempio si danno ancora soldi all’Ast, che non serve a nessuno. Questa è una finanziaria piena di prebende. Questo è il governo del fallimento, il peggiore di sempre”. Un concetto, quello relativo alla penalizzazione dei Comuni, ribadito dal deputato Mpa Giovanni Greco: “Non si possono togliere altri soldi agli enti, eliminiamo semmai le manciugghie. Riscossione Sicilia? La Commissione bilancio ha fatto bene a decidere di chiuderla: come si tollera infatti che un amministratore di un ente così delicato deve dei soldi alla Regione? E ha anche fatto un casino…”. Bordate anche dal capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica: “Questi – ha detto – sono stati quattro anni e mezzi di proclami mai tradotti in fatti concreti: dalla chiusura delle partecipate alla stabilizzazione dei precari, dalla spesa dei fondi europei alla trasparenza nelle nomine di sottogoverno. E invece ecco nomine a persone senza titoli, o nomine reiterate dodici o tredici volte, come il caso dell’Esa: un ente che il governo e l’attuale assessore all’Agricoltura Cracolici avrebbe voluto chiudere”.
Insomma, la critica alla Finanziaria si è già trasformata in un processo politico, a questo governo e alla maggioranza. Governo e maggioranza difesi solo da due deputati, nel corso della seduta: il vicecapogruppo Dem Giovanni Panepinto ha ricordato alcuni risultati concreti come il fatto di avere “ assicurato i soldi per i disabili, senza nemmeno aumentate le tasse che anzi sono scese. Approviamo questa finanziaria – l’invito all’Aula – ci sarà tempo per tutto il resto”. Il collega Pd Nello Dipasquale ha invece fatto notare come in passato la Finanziaria fosse “zeppa di entrate non vere, fasulle. Questa, rispetto al passato, è almeno una Finanziaria vera”. Ma sembra già non piacere a nessuno. E con la legge di stabilità è già partito il processo politico all’era Crocetta.