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Fini in Sicilia attacca la Lega

A Bagheria e Noto
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Nella sua lunga giornata siciliana Gianfranco Fini sferra una stoccata decisa alla Lega. Il presidente della Camera lo fa nel pomeriggio da Bagheria, dove presenta il suo libro “L’Italia che vorrei”, al centro anche di un incontro nella mattinata a Noto. “La Lega per ragioni squisitamente propagandistiche rialza delle bandiere che sembravano rinchiuse nei cassetti – dice Fini rispondendo al giornalista Giancarlo Licata che lo sollecita sulla vicenda dei ministeri al Nord e sul mancato voto del Caroccio al Senato, all’emendamento al ddl Anticorruzione che obbliga coloro che occupano cariche pubbliche, o assumono pubblici impieghi, a giurare fedeltà alla Costituzione italiana -. Non mi meraviglio: la Lega non crede nel valore della nazione e ha comportamenti coerenti con la sua logica”. Nessuna meraviglia, ripete una seconda volta il leader di Futuro e libertà, alla folta platea bagherese che vede schierati nelle prime file i deputati regionali del Fli Alessandro Aricò, Livio  Marrocco e Luigi Gentile, il deputato nazionale Nino Lo Presti, ma anche il capogruppo Mpa Ciccio Musotto, che a Bagheria è stato tra i big sponsor del candidato terzopolista Lomeo, in corsa per il ballottaggio di domenica e lunedì. È proprio la sferzata alla Lega (e  a Berlusconi, che Fini ricorda di avere avvisato: “Prima o poi, a furia di assecondarli, scapperà la frizione”) il passaggio più polemico del discorso del presidente della Camera (“La Padania non esiste. E il Po è un fiume, non un dio”, aggiunge tra gli applausi). Fini coglie l’occasione per ribadire le sue note posizioni su immigrati e integrazione e per bocciare l’attuale sistema politico nel quale “c’è un surplus di propaganda e un deficit di politica”, paragonando lo scenario a quello di “un derby con opposte tifoserie”. Temi già toccati anche nella mattinata a Noto, dove Fini ha parlato molto dei giovani: “La condizione giovanile è un’emergenza nazionale. Il problema dei politici deve essere la condizione giovanile – ha spiegato  – anche perché in Italia c’è il più alto tasso di disoccupazione d’Europa e il lavoro che c’é è il più delle volte precario. Così i giovani diffidano della politica e delle istituzioni”

Prima dell’incontro bagherese, a Villa Valguarnera, c’è il tempo per una passeggiata nel corso bagherese. Quattro chiacchiere con la gente, tante strette di mano. Tra i finiani c’è buonumore. Alessandro Aricò, che tiene il timone del partito a Palermo, sottolinea i buoni risultati ottenuti in provincia e sfodera ottimismo. E i rapporti con Lombardo? “L’Mpa è una grande risorsa – dice il deputato regionale -. Ma deve impegnarsi sul terzo polo”. Già, il terzo polo, attorno al quale cresce il fermento dopo i risultati incoraggianti delle amministrative siciliane e anche alla luce delle sofferenze del Pdl di un Berlusconi in declino e alle mai risolte difficoltà nei rapporti tra Lombardo e il Pd. L’impressione, ascoltando il popolo di Fli, è che tra i terzopolisti, finiani in testa, cresca la voglia di un cammino solitario del Nuovo Polo, pronto a raccogliere eventuali diaspore in seguito al possibile tramonto di Berlusconi che, come ovvio, i seguaci del “grande eretico” Fini attendono con trepidazione.


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