Fiorentino, 17 posti a rischio |L'azienda: "Lo Stato ci aiuti" - Live Sicilia

Fiorentino, 17 posti a rischio |L’azienda: “Lo Stato ci aiuti”

Per il 31 dicembre è fissato il termine per la cassa integrazione in deroga e i dipendenti hanno manifestato questa mattina davanti al punto vendita: "Se siamo fuori dall'azienda siamo morti, non possiamo più vivere". Ma l'amministratore delegato Mario Piacenti frena e sottolinea: "Siamo in fase di contrattazione, se le istituzioni ci dessero garanzie sugli ammortizzatori sociali i licenziamenti si potrebbero evitare".

DIPENDENTI VERSO IL LICENZIAMENTO
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La protesta dei dipendenti della gioielleria Fiorentino

La protesta dei dipendenti della gioielleria Fiorentino

PALERMO – Davanti al punto vendita di via Libertà della gioielleria Fiorentino c’è il pupazzo di uno scheletro. Poco distante si trova un cappio appeso ad un filo. Non si tratta, però, di uno scherzo di Halloween arrivato un po’ in ritardo, ma di un grido di allarme lanciato da alcuni dipendenti del gruppo Fiorentino, che stamattina hanno inscenato un sit-in davanti al negozio: “Se siamo fuori dall’azienda siamo morti – dicono – non possiamo più andare avanti”.

“Il nostro amministratore delegato ci ha comunicato che sono previsti 17 licenziamenti” dice Vincenzo Di Gregorio, rappresentante sindacale dell’azienda e delegato sindacale della Cgil. Accanto a lui Giuseppe Di Vita, magazziniere e furgonista, che ha iniziato a lavorare per il gruppo Fiorentino a 14 anni e adesso ne ha 42. E ancora Rita Nicolosi, addetta alle vendite, che è dipendente dell’azienda da quando aveva 18 anni: “Se usciamo da qui adesso non troveremo lavoro – incalza la dipendente – non abbiamo più l’età per essere riassunti. A 42, 53 anni chi ci assume?”.

La cassa integrazione in deroga, infatti, terminerà il 31 dicembre: “Dal primo gennaio siamo disoccupati. La cassa integrazione in deroga dal prossimo anno non verrà più emessa – spiega Giuseppa Arena, un’altra dipendente – a loro conviene licenziare perché non possono rischiare che cada tutto sulle spalle dell’azienda”. E in un cartello che i dipendenti hanno appeso si legge: “Vogliamo vedere i veri bilanci”. “Non credo che ci sia tutta questa crisi per abbandonare al loro destino 17 famiglie. La prossima settimana vogliamo chiedere i bilanci ufficiali alla Camera di commercio per farli verificare e capire se c’è qualche anomalia” ha annunciato Di Gregorio. Una scelta che l’amministratore delegato dell’azienda Mario Piacenti non ha intenzione di contestare: “Non abbiamo nulla da nascondere – ha detto a Live Sicilia -. Ho presentato alle parti sociali una situazione economica di profonda tristezza. Da 4 anni subiamo perdite di circa 500 mila euro l’anno. E nonostante le difficoltà finanziarie abbiamo cercato di resistere”.

“Al momento siamo ancora in una fase di contrattazione” ha detto Piacenti, che sottolinea come non ci sia “nessuna lista” dei nomi di quanti saranno licenziati. Affidando compiti come la manutenzione elettrica o le pulizie agli stessi dipendenti, inoltre, il numero dei licenziamenti, secondo l’ad, potrebbe scendere a 14.

Ma con il blocco della cassa integrazione in deroga non è più possibile evitare i tagli al personale: “Se domani le istituzioni dovessero dirmi che c’è la certezza della disponibilità degli ammortizzatori sociali – ha spiegato Piacenti – non avrei nessun motivo di licenziare. Il datore di lavoro conosce la situazione, non è nostra intenzione creare disagio ai lavoratori ma non possiamo sostituirci allo Stato. Se non c’è garanzia, in attesa di avere una certezza da parte delle istituzioni, siamo costretti tagliare personale”. E le prospettive future per i dipendenti a rischio non sono certo rosee: “Si parla di trovare lavoro ai giovani, mandare in pensione i vecchi – ha detto Di Gregorio – Ma noi che siamo nella fascia di mezzo siamo nella terra di nessuno”.


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