"Danno alle casse del Comune"| La Procura cita in giudizio Firetto - Live Sicilia

“Danno alle casse del Comune”| La Procura cita in giudizio Firetto

La vicenda risale alla sua sindacatura a Porto Empedocle, Comune oggi in dissesto. La Corte dei conti chiede tre milioni di euro. La replica.

Le accuse dei magistrati contabili
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PALERMO – La Procura regionale della Corte dei conti ha citato in giudizio per danno all’erario Calogero Firetto e Salvatore Alesci, rispettivamente ex sindaco del comune di Porto Empedocle e responsabile del settore economico-finanziario del comune. Ai due viene contestato di aver utilizzato le anticipazioni di liquidità ottenute nell’anno 2014 per fare fronte a spese correnti del comune, contravvenendo così all’obbligo legale della destinazione dei fondi ricevuti e vincolati al pagamento dei debiti scaduti delle pubbliche amministrazioni verso terzi (imprese e privati). Il danno di 3.037.122,23 euro viene contestato per una quota pari al 70% a Alesci e per la quota restante del 30% a Firetto. Per Firetto è stata richiesta la sanzione interdittiva e pecuniaria. L’udienza innanzi alla sezione giurisdizionale di primo grado è stata fissata per il 28 febbraio prossimo.

(ANSA)

La nota di Firetto

“Reputo l’azione della Procura della Corte dei Conti doverosa, in riscontro ad una segnalazione ricevuta.

Nel 2014, sulla base di normativa nazionale, il Comune da me amministrato (come la quasi totalità del Comuni italiani) ha formulato due richieste di anticipazione alla Cassa Depositi e Prestiti su proposta degli Uffici Finanziari, sussistendo tassi d’interesse particolarmente favorevoli per l’Ente e comunque inferiori rispetto a quelli delle tesorerie comunali.

Mi sono limitato a sottoscrivere, cosi come previsto dalla procedura, assieme al dirigente proponente, due richieste di anticipazione. La stipula dei relativi contratti e l’utilizzazione dei fondi è stata, come previsto per legge, esclusivamente gestita dagli uffici, che hanno poi proseguito nell’attività di liquidazione.

Tale attività, di competenza non del sindaco né di altro amministratore, è proseguita anche nei mesi successivi alle mie dimissioni.

Le contestazioni della Corte dei Conti attengono alle modalità concrete di impiego delle somme, rispetto alle quali il sindaco non ha né può avere alcun ruolo.

Ciò che mi riguarda, è aver firmato, in qualità di rappresentante legale dell’Ente, il modulo prestampato della Cassa Depositi e Prestiti. Null’altro.

Tutte le relative risorse erogate, secondo la stessa prospettazione della Procura della Corte dei Conti, sono state in ogni caso, impiegate esclusivamente, da parte degli uffici finanziari, per fini propri dell’Ente con l’emanazione di regolari determinazioni dirigenziali e di liquidazione nell’ambito delle uscite previste nel bilancio.

E’ chiaro che l’intento dell’anticipazione, era di diminuire l’esposizione debitoria dell’Ente, finalità che, per sua definizione, non può in alcun modo essere causa del dissesto.

Nella sede appropriata sarà offerta l’occasione per ogni chiarimento”.


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