"Firme false, non solo ricopiate"| Il racconto di un legale alla Digos - Live Sicilia

“Firme false, non solo ricopiate”| Il racconto di un legale alla Digos

Il professionista ricorda di avere firmato per il referendum sull'acqua. Pd all'attacco.

PALERMO – Qualche giorno fa, negli uffici della Digos gli mostrano l’elenco con le firme. Dovrebbe esserci anche la sua. Che, però, l’avvocato disconosce. Il cognome era scritto in maniera quasi fedele all’originale, ma quella del nome era una copiatura vistosamente artefatta. Il professionista – il suo è un cognome noto in città – va oltre. Quando l’ispettore gli chiede quando e dove ha firmato lui è netto: “Guardi io non ricordo di avere firmato per le liste elettorali dei 5 Stelle”.

Dal racconto del legale, e non sarebbe l’unico, l’indagine sulle firme false si arricchisce di nuovi spunti. Perché alcune firme sarebbe false del tutto e non solo per il fatto di essere state ricopiate dopo che ci si accorse che il luogo di nascita di un candidato era sbagliato.

L’avvocato è uno dei tanti firmatari convocati in Questura su indicazione del procuratore aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto Claudia Ferrari. Ai poliziotti dice di ricordare di avere firmato ad un banchetto in strada, ma per il referendum con il quale la maggioranza degli italiani si disse contraria a qualunque forma di privatizzazione delle gestione dell’acqua. Si votò nel giugno del 2011 e le firme furono raccolte prima.

Molto prima delle elezioni amministrative di Palermo avvenute nel 2012. L’ipotesi, tutta da valutare, è che l’identità, firma inclusa, di alcune persone potrebbe essere stata utilizzata per consentire la presentazione della lista elettorale senza che il firmatario ne fosse a conoscenza. Il legale, infatti, è quasi sicuro di non avere firmato per le Comunali. “Me lo ricorderei”, dice. E davvero tiene bene a mente le altre volte in cui ha prestato il suo consenso per iniziative politiche ed elettorali in nome del pluralismo democratico.

E così dopo le confessioni a catena e l’iscrizione nel registro degli indagati di otto persone si apre un nuovo fronte investigativo. Prima di iniziate il giro di interrogatori è filtrato che si attendesse l’esito di un ultimo accertamento. Accertamento che, a questo punto, potrebbe essere legato alle testimonianze raccolte dalla Digos. Anche perché nel numero della carta di identità del professionista, indicato accanto alla firma, c’era un piccolo errore. Un altro errore in una vicenda diventata un pasticcio.

*Aggiornamento ore 11.55
“In tanti anni non avevo mai visto copiare e clonare firme di cittadini ignari. #m5s inaccettabile. #firmefalse” scrive Franco Mirabelli su Twitter. “Com’è che il tour #M5S oggi in Sicilia salta a piedi pari #Palermo? Quante code di paglia ci sono nel movimento? #firmefalse”. Cosi su Twitter scrive la senatrice siciliana del Pd Pamela Orru’. “Ma #Nuti come mai non va in tour in Sicilia? E come mai non fanno tappa a #Palermo? #M5S dice NO… al rispetto per i cittadini. #firmefalse” insiste la senatrice dem Maria Spilabotte. “Vedere che i cittadini vengono presi in giro in questo modo fa male, soprattutto alla nostra democrazia. #firmefalse” conclude sempre su Twitter il senatore Stefano Vaccari. Attacca anche Emanuele Fiano, della segreteria nazionale Pd: “Adesso pure le firme clonate, raccolte per un altro motivo e usate per le comunali di Palermo? La grillopoli firme false si ingigantisce ogni giorno di più nel solito silenzio omertoso di Grillo e dei vari Di Maio e Di Battista che non spiegano, tentano di negare quando non di insabbiare. E intanto scappano da Palermo nel loro giretto in treno. Leader da strapazzo”, dice. “La firmopoli siciliana si allarga di giorno in giorno e fa emergere contorni di una gravità sempre più evidente. Ma i vertici del Movimento 5 stelle continuano a sminuire”, afferma il senatore dem Francesco Scalia. “Di fronte alle nuove ammissioni degli attivisti siciliani, che ammettono le responsabilità sul metodo illegale di raccolta firme, false, copiate o clonate che siano, i vertici pentastellati, che sapevano e hanno taciuto non possono pià balbettare – sottolinea l’esponente Pd – E’ doveroso chiarire e assumersi responsabilità che portano a Roma e Genova, Di Maio e Grillo erano al corrente ma non hanno fatto nulla. Ora sarà difficile continuare a far finta che si sia trattato solo di un errore o di incapacità, Hanno il dovere di fare chiarezza. Attendiamo fiduciosi. Ma non troppo&hellip” conclude Scalia. Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di gruppo a Palazzo Madama Ernesto Carbone: “Il treno dei 5 stelle non ferma a Palermo? Non è che avranno paura di incontrare i cittadini a cui hanno falsificato le firme? #omerta”, twitta Carbone.

Per i Cinquestelle replica Carla Ruocco, componente della commissione Finanze alla Camera: ”La differenza tra il M5s e i partiti è che noi sospendiamo e allontaniamo chi sbaglia mentre gli altri se li tengono e li coccolano”, dice a l’Intervista su Sky Tg24.


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