Il Fisco ha già notificato 10 milioni di cartelle e solo per i prossimi quattro mesi, ovvero entro dicembre, si parla di oltre cinque milioni di cartelle esattoriali che arriveranno a casa degli italiani. Quelli che si annunciano così sono mesi duri per chi ha pendenze con l’Erario.
Un primo motivo è legato al fatto che è terminato il periodo di sospensione dei pagamenti degli avvisi bonari inviati dall’Agenzia dopo i controlli formati sulle dichiarazioni dei redditi. Dal 4 settembre, infatti, la regolarizzazione di quanto dovuto rispetto Irpef e Iva, dovrà avvenire entro 30 giorni e non più entro 60 giorni, come era stato stabilito da Draghi a metà maggio, a partire dalla prima comunicazione o da quella definitiva in seguito a un eventuale ricalcolo. Nel caso, invece, che l’invio sia stato telematico, l’intermediario che ha inoltrato la dichiarazione ha tempo 90 giorni. In caso di pagamento omesso o tardivo, si devono aggiungere al pagamento le sanzioni (30%, ridotto al 15% se il pagamento tardivo avviene entro 90 giorni, e all’1% se si paga entro 15 giorni) e gli interessi.
Se il Covid non è più un’emergenza nazionale, allora più di due terzi dei 20 milioni di cartelle esattoriali messe in congelatore non devono più attender.. Questo è il ragionamento che sta alla base della bozza di convenzione tra Agenzia delle entrate e ministero dell’Economia per il triennio 2022-2024 e che stabilisce, appunto, la riscossione entro quest’anno del 70% delle cartelle ricevute dagli enti impositori tra il 2020 e il 2021 (il restante 30% delle cartelle sospese saranno inviate nel 2023).
L’obiettivo per quest’anno è di raccogliere tra cartelle, rate di rottamazioni e saldo e stralcio, 9,375 miliardi di euro, che saliranno a 11,414 nel 2023 e a poco meno di 12 miliardi nel 2024. La lotta all’evasione dovrebbe così toccare per il 2023 14 miliardi di euro e 16 miliardi nel 2024.